28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Verso il nuovo Mondiale

MotoGP, il 2016 comincia da qui

La prima giornata di test pre-stagionali chiude il controverso 2015 e proietta il Motomondiale già verso la nuova stagione. Che, con una raffica di novità tecniche, non potrebbe essere più imprevedibile

VALENCIA – I cambiamenti portano sempre qualcosa di positivo. Chiudere questa stagione del Motomondiale passando dalla monogomma Bridgestone a quella Michelin del 2016 rappresenta anche visivamente una svolta, un punto a capo, qualcosa che serviva come il pane dopo un fine stagione così inquinato dalle polveri sottili di dualismi esasperati, di una cattiveria nuova. C'è poi un cambiamento altrettanto netto, ma poco evidente, quasi invisibile: quello dell'elettronica che diventa più semplice, meno sofisticata che, in pratica, ritorna al passato. Magari ad un passato di derapate, più spettacolare, chissà. Insomma c'è un bicchiere mezzo pieno che viene, goccia dopo goccia, finalmente riempito di buon senso con dichiarazioni che smorzano i toni. Era ora. Ma c'è soprattutto molto di nuovo da raccontare.

Gomme insidiose
Le Michelin, per ora, piacciono soprattutto a Iannone, secondo dietro a Marquez per soli 88 millesimi. I tempi sono stati buoni, i migliori hanno girato poco sopra l'1:31 e mezzo, quindi forte. Ma pochi hanno sommato le due, a volte le tre novità: gomme, centralina, moto evoluzione. I migliori tempi sono stati in sostanza ottenuti con la vecchia elettronica. Scelta normale, giusta: una novità per volta. Le gomme per prime, perché non si possono utilizzare le vecchie. Una volta capito (ma per farlo completamente ci vorranno molti altri chilometri) il loro comportamento si può cominciare anche con l'elettronica. In sostanza è così: le Michelin offrono un grip posteriore fantastico, che dà sicurezza. L'anteriore, invece, è molto buono, ma ti abbandona senza avvertimenti: appena sbagli anche di pochissimo, o esageri un po', vai in terra. Oggi le cadute sono state molte, oltre la decina. Si tratta di capire, interpretare, assettare le moto per trarre il massimo da questi nuovi pneumatici. Sia i giapponesi, sia i francesi sanno costruire ottime gomme, soltanto interpretano il prodotto in modo diverso e altrettanto devono imparare a fare i piloti, i tecnici.

Rivoluzione elettronica
La nuova elettronica uguale per tutti sia per hardware (Marelli, che c'era già quest'anno), sia per software, che è la vera novità, non è stata ancora sviluppata, provata a fondo. In sostanza i controlli intervengono molto meno e un po' più lentamente, sono meno invasivi, è più difficile guidare la moto, si torna un po' al passato. Il che dovrebbe essere un bene. C'è poi l'aspetto delle moto evoluzione: sia Honda, sia Yamaha ne hanno portata qui una versione. Ancora, ovviamente, non si tratta di quella definitiva, ma si lavora sodo. Suzuki, ad esempio, a fine mese sarà a Sepang per sviluppare ancora. Poi, da dicembre a fine gennaio, stop ai test e (quasi) tutti in vacanza.

Esito imprevedibile
Questa due giorni valenciana baciata dal sole e da temperature primaverili è quindi molto importante per mettere le basi, cominciare a gettare le fondamenta di una stagione 2016 che (rivincite a parte) si annuncia tecnicamente interessante, viva, divertente. La Michelin, infatti, porterà alcune fondamentali differenze rispetto a Bridgestone: innanzitutto ci saranno tre mescole a disposizione per tutti, scompariranno le open, verrà reitrodotta (alleluia!) la gomma intermedia, cioè quella via di mezzo tra la rain e la slick, utilissima in condizioni variabili. La nuova elettronica, dicevamo, dovrebbe favorire errori e derapate, perdonare meno, in sostanza potrebbe far diventare tutto ancor più divertente. Chi sarà il "Re Camaleonte", quello che saprà adattare moto, assetti e guida alle nuove condizioni? Quale casa interpreterà meglio il nuovo che arriva? Tutti bei quesiti che cominceranno ad avere una risposta tra circa cinque mesi. Un po' di pazienza, niente di più...