4 maggio 2024
Aggiornato 04:30
I duellanti verso la finale

Il sabato è di Lorenzo. Ma la gara è domani...

Jorge in qualifica azzecca il giro della vita e apparecchia un GP di quelli che piacciono a lui, in cui potrà provare ad andare subito in fuga. Valentino, dal canto suo, sa di dover disputare la corsa della vita. E che potrebbe anche non bastare

VALENCIA – Una mattinata tutta favorevole a Valentino Rossi. Sembrava un buon segno, anche se tutti i migliori dopo le terze libere erano compressi, liofilizzati in due decimi e mezzo scarsi: miglior tempo per Iannone, secondo per Rossi, quindi Marquez e Lorenzo, unico a non essere riuscito a migliorarsi da venerdì. Sembrava un Vale pimpante contro un Lorenzo nervoso, teso. Poi è arrivato il pomeriggio. Libere 4 alle 14: risultato Marquez, Lorenzo, Pedrosa, Rossi, Iannone. Era l'inizio della reazione da campione di quel pilota che campione vuole essere, Jorge Lorenzo.

Lorenzo capolavoro
Ancora, però, era poca cosa di fronte al capolavoro messo in pista dal pilota spagnolo della Yamaha con la seconda delle tre gomme più morbide a sua disposizione. Un giro da videoteca, perfetto, senza la minima sbavatura, senza tentennamenti, con quel suo stile che ricorda il miglior design finlandese o svedese: l'essenzialità funzionale al massimo rendimento, l'eleganza utile, la bellezza che serve. Lui stesso ha detto che non ricorda, nella sua carriera (una carriera che l'ha visto quattro volte campione del mondo, due in 250, altrettante in MotoGP), di aver mai creato con acceleratore, frenate e pieghe qualcosa di altrettanto riuscito. Ammirato di se stesso, conscio di quanto importante sia stato per lui riuscire a trovare quella concentrazione assoluta, quello sconfiggere il più grande avversario che attualmente lo insidi: se stesso. Già focalizzato sulla partenza di domenica, conscio della necessità di scattare bene per poi essere semplicemente Jorge Lorenzo "El Martillo». Un giro, seppure in qualifica, di oltre un secondo e mezzo migliore del record della pista, 488 millesimi più veloce di Marquez, è una bella iniezione di fiducia. Insomma, il sabato l'ha vinto lui. Ma la corsa delle corse è domenica. C'è tempo perché quella pressione finora così ben gestita diventi maggiore. Sarà una notte difficile, per lui come per Rossi.

Vale in attesa
Valentino al pomeriggio ha disputato le qualifiche con uno spirito diverso dal solito, sapendo che non avrebbero determinato la sua posizione sullo schieramento. Partirà ultimo, come risaputo, ma con l'ombra di essere caduto nel secondo tentativo di giro veloce, mentre verificava il suo limite: che fino alla scivolata era migliore del precedente, ma che non sappiamo dove lo avrebbe portato. Fatto sta che dopo era un Rossi sempre sorridente, sempre padrone della situazione, sempre abilmente mediatico e divertente, ma conscio del dato essenziale, di quello che conta di più: non tutto dipende da lui. Può inventarsi la gara migliore della sua carriera, può partire come una freccia, può superare manciate di avversari ad ogni curva o quasi, ma se Lorenzo andrà come in prova, se riuscirà ad essere così più veloce delle Honda, beh, allora vincerà gara e titolo. Ma ancora deve succedere, ancora c'è questa notte da passare, il warm up per acquistare ulteriore sicurezza, la gara lunga 30 giri che significano circa 46 minuti di tensione, speranze, ansia. E speriamo sport, spettacolo e bellezza!