24 aprile 2024
Aggiornato 05:00
La difesa del maiorchino

Lorenzo nega tutto: «Nessun complotto per far perdere Vale»

«Por Fuera» affida ad un comunicato stampa ufficiale scritto dal suo staff la smentita delle voci riportate dalla stampa italiana secondo cui avrebbe incontrato segretamente Marc Marquez per concordare una strategia anti-Rossi

Jorge Lorezno, campione del mondo 2015
Jorge Lorezno, campione del mondo 2015 Foto: ANSA

ROMA – Il patto di Andorra non esiste: è solo la fantasia di qualche complottista maligno. Questa, almeno, è la versione di Jorge Lorenzo. Che si è talmente innervosito per le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni sulla stampa italiana, che raccontavano un incontro segreto avvenuto nel principato spagnolo tra lui e Marc Marquez per concordare la strategia per far perdere Valentino Rossi, da diramare addirittura una smentita ufficiale. «Vogliamo smentire ufficialmente e categoricamente tutto ciò che è stato pubblicato nelle ultime ore su un possibile incontro o patto tra Jorge Lorenzo e Marc Marquez – si legge in un comunicato stampa scritto dallo staff personale del maiorchino – Le notizie scritte da La Repubblica e poi successivamente riprese da altri media italiani sono ridicole e infondate».

Rossi conferma, Lorenzo smentisce
Secondo 'Por Fuera' e il suo entourage, insomma, si tratta solo di invenzioni giornalistiche: «Senza voler contribuire a questa situazione spiacevole per il pilota – prosegue la nota – vogliamo solo esprimere il nostro sconforto verso questo tipo di indiscrezioni, che non sono state verificate prima di essere pubblicate». Ovviamente, solo le persone presenti (ovvero i due piloti e i rispettivi manager) potrebbero fornire le prove che questo presunto incontro sia effettivamente avvenuto, ma è improbabile che si lascino sfuggire una qualsiasi conferma. Eppure, anche in assenza della cosiddetta pistola fumante, è un fatto che le voci in tal senso sono circolate nel paddock già dai giorni precedenti all'incidente tra Rossi e Marquez. E che lo stesso Dottore, a margine della sua ormai celebre conferenza stampa di giovedì scorso in cui denunciò i tentativi di boicottaggio del campione del mondo uscente, aveva confermato che tali indiscrezioni erano giunte fino al suo orecchio, anche se «non volevo crederci».

Nessuna pressione sui commissari
Per Jorge Lorenzo, però, tutto questo non ha alcun valore. Così come non sono vere le testimonianze che lo davano in direzione gara subito dopo aver tagliato il traguardo del Gran Premio di Malesia mentre faceva pressione affinché i commissari infliggessero una penalità più severa al suo compagno di squadra Rossi: «Allo stesso modo – prosegue infatti il comunicato – vogliamo smentire che Jorge Lorenzo si sia recato nell'ufficio del direttore di gara dopo il GP di Sepang, come alcuni avevano riportato, e come Jorge stesso ha spiegato durante la conferenza stampa». C'è da credergli, oppure si tratta solo dell'ennesimo tentativo di scagionarsi da parte del più acerrimo degli anti-valentiniani? E le voci secondo cui sarebbe ormai in rotta con la Yamaha, in partenza verso Ducati o Honda già nel 2016, sono false anche quelle?