Mercedes suonata: «La Ferrari ci ha battuto e non capiamo perché»
Nel Gran Premio di Singapore il peggior risultato dell'anno per i campioni del mondo: quarto Nico Rosberg, ritirato per un problema meccanico Lewis Hamilton. E nel box tira aria di preoccupazione: nessuno sa i motivi dell'improvvisa crisi
SINGAPORE – Per Nico Rosberg, dopotutto, il bilancio del Gran Premio di Singapore non è poi così negativo: 12 punti recuperati al suo compagno di squadra Lewis Hamilton nella volata iridata e, per così dire, i conti con la sfortuna pareggiati dopo il weekend di Monza, grazie all'ottimo tempismo della seconda safety car che ha girato a suo favore l'andamento della corsa. Eppure, nei suoi pensieri a caldo dopo la gara in notturna, tutte queste considerazioni passano inevitabilmente in secondo piano. A venire a galla, soprattutto, è la preoccupazione: quella per una Mercedes improvvisamente scopertasi in crisi di prestazioni, che non è riuscita ad andare oltre il quarto posto con la sua vettura e un ritiro senza precedenti per quella del campione del mondo in carica, per colpa di un problema meccanico.
Distacco inspiegabile
«Aver ridotto il distacco da Lewis è un piccolo lato positivo, ma questo è stato un weekend deludente per tutti noi – confessa senza mezzi termini Rosberg, che ora ha ancora 41 punti di distacco da Hamilton in classifica generale ma soli più otto di margine su Sebastian Vettel – Essere di colpo così distanti dalla vetta e non capire il motivo è un brutto segno, perché non sappiamo come reagire. Speriamo che la prossima pista giochi di nuovo a nostro favore, e le chance che questo accada sono ottime perché in tutte le altre piste siamo stati molto veloci. Ma oggi siamo molto preoccupati, perché non siamo in grado di prevedere con certezza se questi problemi misteriosi continueranno anche alla prossima gara».
Ma Hamilton pensava di vincere
Lewis Hamilton, dal canto suo, non accetta di abbandonare la sua spocchia da campione anche dopo una batosta così sonora: «In pista mi sentivo bene, ero ottimista – racconta – Con le gomme dure tenevo facilmente il passo dei piloti davanti a me che montavano le morbide, per cui non vedevo l'ora che arrivasse il momento dei pit stop. Nella mia testa pensavo di avere addirittura l'opportunità di vincere la corsa. Ma poi ho perso potenza». E così, dal quarto posto provvisorio in cui si ritrovava a metà gara, l'anglo-caraibico ha iniziato a perdere posizioni a ripetizione fino a quando, rivelatosi vano ogni tentativo di risolvere il guasto, il muretto della Mercedes non si è visto costretto ad ordinargli di rientrare definitivamente ai box. Questo, però, non significa che l'iridato in carica non pretenda risposte per questo fine settimana tecnicamente disastroso: «Non ci saremmo comunque dovuti trovare in quella posizione – ammette – Si può dire che alcuni avversari avessero una macchina migliore qui, ma al massimo di mezzo secondo, non di un secondo e mezzo. Decisamente dobbiamo capire cosa sia accaduto. E lavoreremo sodo per farlo».
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