28 marzo 2024
Aggiornato 20:30
Non c'è pace per Schumi

Schumacher, la moglie vince la causa contro i paparazzi

Condannati in primo grado dal tribunale di Monaco di Baviera i tre giornali scandalistici che avevano pubblicato notizie inventate e lesive della privacy sulla condizione del grande campione di Formula 1 alle prese con la sua lunga convalescenza

MONACO DI BAVIERA – Era stata a lungo criticata per l'ermetica, quasi ossessiva protezione della riservatezza di Michael Schumacher, arrivando a non far trapelare il benché minimo dettaglio sulle condizioni di salute dello sfortunato pilota nemmeno ai suoi tifosi, che non hanno mai smesso di fargli arrivare il loro affetto. Eppure oggi a dare ragione all'atteggiamento della famiglia del sette volte campione del mondo arriva anche una sentenza del tribunale di Monaco di Baviera. La moglie di Schumi, Corinna, sostenuta in questa sua battaglia dalla storica addetta stampa e poi manager dell'ex ferrarista, Sabine Kehm, aveva infatti intentato causa per violazione della privacy contro tre testate tedesche di gossip: Bunte, Freizeit-Revue e Freizeit-Spass.

Nessun rispetto per la privacy
I tre giornali scandalistici teutonici, senza rispetto per il dolore della famiglia Schumacher, avevano pubblicato nei mesi scorsi notizie non confermate sulla sua lunga e penosa convalescenza, secondo alcuni addirittura frutto di invenzione. Ad esempio, le tre testate avevano scritto che il grande campione «a volte apre gli occhi», «sente l’amore della moglie Corinna», «ha pronunciato le sue prime parole» dopo il terribile incidente sugli sci ed era stato sottoposto ad «una terapia speciale» da parte dei suoi medici. Secondo il quotidiano Suddeutsche Zeitung, il giudice avrebbe sentenziato nel verdetto di primo grado che il comportamento dei giornalisti si è rivelato «voyeuristico», che le loro notizie erano semplici «speculazioni» e comunque invasive della privacy del campione e della sua famiglia. Dunque, il tribunale ha proibito la pubblicazione di articoli come questi.

Arriva la condanna pure per Briatore
Anche un altro grande ex della Formula 1 ha avuto le sue vicissitudini in tribunale nei giorni scorsi: Flavio Briatore. Nel suo caso, però, il risultato finale non è stato altrettanto favorevole: l'ex team principal iridato di Benetton e Renault, infatti, è stato condannato per evasione fiscale dal tribunale di Genova ad un anno e undici mesi di carcere per non aver pagato interamente le tasse sul suo yacht Force Blue, che è stato sequestrato. Il 65enne imprenditore cuneese avrebbe usufruito delle esenzioni fiscali sul carburante e sull’importazione simulando un’attività commerciale di noleggio dell’imbarcazione, mentre in realtà la sfruttava unicamente per il proprio divertimento personale. «Questo è un esito che non ci aspettavamo e a cui ci appelleremo fino alla fine», ha risposto il suo legale Massimo Pellicciotta.