29 novembre 2023
Aggiornato 06:30
Calcio - Serie A

Mihajlovic si presenta: «Tutti avranno paura del mio Milan»

Nel giorno del raduno della squadra e alla presenza del presidente Berlusconi, il tecnico serbo fa capire perché è stato scelto dalla dirigenza rossonera per il rilancio del Milan dopo un periodo buio: intelligenza, equilibrio, consapevolezza e tanta voglia di far bene. Il patron intanto apre a Ibrahimovic: «Se accetta di venire lo prendiamo subito».

MILANO - Chi si attendeva fuochi d’artificio dal primo confronto pubblico tra Silvio Berlusconi e Sinisa Mihajlovic, nuovo tecnico rossonero, sarà rimasto piacevolmente sorpreso. Innanzitutto i due hanno mostrato fin dall’inizio stima reciproca ed identità d’intenti, ma è l’atteggiamento dell’allenatore serbo al cospetto dell’ingombrante presidente, a lasciare ben sperare per il futuro del Milan. Lucido, sereno, sempre rispettoso ma nello stesso tempo autoritario (come quando interrompe Berlusconi per finire di esprimere un concetto), Mihajlovic ha lasciato capire fin dall’inizio che nei confronti del numero uno rossonero ci sarà sempre il massimo rispetto ma senza alcun timore reverenziale e soprattutto che, alla fine della fiera, sarà sempre lui a prendere le decisioni giuste per il bene della squadra.

Mihajlovic: «Non temo il confronto con Berlusconi»
Argomento piuttosto caldo fin dalla notizia dell’avvento dell’ex blucerchiato sulla panchina del Milan, considerata la facilità di ingerenza del patron milanista e la poca tolleranza del serbo nei confronti di questo genere di intromissioni. «Non ho paura di confrontarmi con nessuno, tantomeno con il presidente - le parole di Mihajlovic nel suo primo giorno dalla allenatore rossonero - che sta nel Milan da trent'anni ed è il più vincente al mondo. Chi meglio di lui può spiegarmi cos'è il Milan. A entrambi piace giocare per vincere. Io aggiungerò la mia grinta, che mi ha sempre contraddistinto. Per me è un privilegio poter discutere di calcio con il presidente, ma l'importante è che rimanga tra di noi».

L’intelligenza di Sinisa e il richiamo a Kilpin
Consapevole della fisiologica diffidenza del popolo milanista nei suoi confronti, visti i trascorsi prima da calciatore poi sulla panchina interista, senza piaggeria Mihajlovic ha tirato fuori l’orgoglio rossonero con il riferimento alla leggenda di Herbert Kilpin, storico fondatore del Milan nel lontano 1899: «Io non sono ruffiano, non ho una storia rossonera da regalare ai tifosi, posso solo convincerli con il mio lavoro e la mia professionalità. Non posso trasmettere un senso d’apparenza, perché ancora non ce l’ho, è presto. Però ho incontrato spesso il Milan e posso far capire alla squadra quanto rispetto e timore incute agli avversari. Tutti devono tornare ad avere paura del Milan e il nostro stadio deve tornare a essere un fortino. È per questo che i nostri colori sono il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari. Chi vuole batterci, dovrà essere più forte caratterialmente e moralmente e questo sarà difficile. Sono convinto che, se saremo tutti uniti, quest’anno possiamo toglierci delle soddisfazioni».

Berlusconi: «Possiamo lottare per lo scudetto»
Argomento particolarmente apprezzato da Silvio Berlusconi che ha approfittato per ribadire la sua fiducia nel nuovo tecnico rossonero e le sue aspettative su questa nuova stagione del Milan: «Sono sempre stato un ottimista e credo ci siano tutti gli ingredienti per guardare alla prossima stagione con speranza. I tifosi possono sperare nello Scudetto? Assolutamente sì, ritengo che si debba partire col traguardo più alto e comunque questo Milan, grazie all'apporto del signor Mihajlovic, può avere le caratteristiche e le qualità per competere con la Juventus per il primo posto in campionato».

Ibrahimovic, il vero regalo per i tifosi del Milan
L’obiettivo minimo di Berlusconi comunque è chiaro, la qualificazione alla prossima Champions League, da raggiungere magari grazie al ritorno di uno che al Milan ha lasciato eccellenti ricordi e che non vede l’ora di tornare a casa: «Se Ibrahimovic decide di tornare - il desiderio che sa di premonizione del presidente rossonero - lo accoglieremmo a braccia aperte. Lui è uno che farebbe comodo a qualsiasi squadra. Regalo per i tifosi? Il ritorno di Zlatan sarebbe un regalo soprattutto per me».