25 aprile 2024
Aggiornato 20:00
L'intervista all'ex pilota di Formula 1

Tarquini: «Raikkonen o Bottas? La Ferrari deve scegliere Kimi»

Il campione abruzzese ha incontrato il ferrarista in occasione della sua visita alla gara del Mondiale Turismo: «L'ho trovato più allegro e gioviale del solito – racconta al DiariodelWeb.it – Finalmente quest'anno ha la macchina che voleva. Valtteri, invece, non mi ha mai stupito»

ROMA – Kimi Raikkonen è sempre più l'osservato speciale dei tifosi ferraristi. È tornato quello dei tempi d'oro o il suo è solo un fuoco di paglia? Bisogna esaltarsi per le grandi rimonte delle ultime gare o criticarlo per le qualifiche costantemente deludenti? Meglio confermarlo per il prossimo anno o puntare sul suo giovane connazionale Valtteri Bottas? La soluzione di questi dubbi sta tutta nella mente del 35enne pilota finlandese. In quel delicato equilibrio, fatto di alchimia tecnica e di fiducia della squadra, che lo stesso team principal Maurizio Arrivabene ha definito «estremamente fragile», al di là della presunta freddezza cui fa riferimento il suo soprannome di «Iceman». Per cercare di capire in che stato mentale sia davvero Kimi, abbiamo chiesto il parere di Gabriele Tarquini. Osservatore esperto, già pilota e telecronista in Formula 1, ma che soprattutto ha avuto l'occasione di incontrare e di parlare con lui solo una settimana fa, in occasione della gara del Mondiale Turismo che ha corso in Ungheria. Al DiariodelWeb.it racconta come lo ha trovato.

Gabriele, all'Hungaroring vi è venuto a trovare Kimi Raikkonen e ci hai parlato. Come lo hai visto psicologicamente?
L'ho rivisto come ai vecchi tempi, molto più allegro e gioviale del solito. È stato lui ad avvicinarsi e abbiamo scambiato due parole. Non abbiamo parlato di Formula 1, ma mi ha fatto comunque una bella impressione sotto l'aspetto del carattere e dell'umore.

Qual è il motivo, secondo te?
Quando prendi distacchi pesanti dal suo compagno di squadra, diventi cupo, ti isoli, non riesci nemmeno più a inserirti nei discorsi con i tecnici. Conoscendo come lui guida, so che non si trovava assolutamente con le macchine sviluppate da Alonso. Lo spagnolo predilige un sottosterzo allucinante perché ha una velocità di rotazione dello sterzo unica; invece Raikkonen guida con l'anteriore, come faceva Schumacher. E la Ferrari di quest'anno è una macchina molto più puntata davanti, più precisa nei cambi di direzione, che riesce a portare più velocità in curva: come vuole lui.

Si fa il nome di Bottas come suo possibile sostituto. Tu chi preferiresti?
Bottas si è comportato bene nella scorsa stagione. Un compagno di squadra come Massa può essere un termine di paragone assoluto, ma è anche vero che nel 2014 la Williams era la macchina migliore dopo la Mercedes. Per questo il finlandese ha vissuto un'annata in discesa, sorprendente, mettendo più volte in difficoltà il suo compagno di squadra blasonato. Le condizioni perfette, anche emotivamente. Ma a me, personalmente, Bottas non ha mai stupito, almeno finora. Se dovessi scegliere, terrei Raikkonen. Oppure punterei su un altro giovane.

Ad esempio?
Pensiamo a Ricciardo, che nella scorsa stagione era un fenomeno dei sorpassi e quest'anno sembra ubriaco. Nello sport bisogna saper cogliere il momento, ma si passa anche dalle stelle alle stalle in un attimo. L'analisi delle singole gare non basta: giudicare un pilota è difficilissimo, perché l'aspetto più importante rimane la testa, che è vulnerabile a ciò che ci circonda. I grandi campioni non sono quelli che hanno sfruttato la macchina giusta nel momento giusto, come Damon Hill o Jacques Villeneuve, ma quelli che sono riusciti a vincere per moltissimi anni di seguito. Per me Schumacher rimane un'eccezione straordinaria. Dominare per un decennio come ha fatto lui è un fatto unico nell'automobilismo. Forse irripetibile.

In Spagna ci si aspettava che la Ferrari facesse un altro passo avanti. Invece ne ha fatto uno indietro?
Analizzando velocità di punta e prestazioni in accelerazione, dall'inizio dell'anno ho visto una Ferrari molto migliorata sotto l'aspetto del motore. Sono addirittura sorpreso dai loro risultati, perché pensavo che ci sarebbe voluto del tempo per trovare un nuovo equilibrio, dopo il totale rinnovamento. Ma gli manca ancora qualcosa. Forse la vittoria in Malesia aveva illuso i tifosi.

Tu credi alla dietrologia secondo cui la Mercedes avrebbe appositamente fatto avvicinare la Ferrari, per evitare cambiamenti regolamentari che la danneggiassero?
Certamente è interesse anche della Mercedes che la Ferrari sia più vicina. Guardando il Gran Premio di Malesia, mi è venuto qualche dubbio che abbiano tirato indietro il piede. Io sono stato in squadre che dominavano e so benissimo che queste cose si fanno, non per dare vantaggi agli avversari ma per evitare problemi in seguito. In Formula 1, con tutte le sofisticazioni elettroniche, far perdere tre o quattro decimi al motore è la cosa più facile del mondo. Non serve nemmeno informare i piloti. Se pensiamo che il calo di spettatori somiglia sempre più a una frana, anche nella stessa Germania, una Ferrari in grado di vincere un GP crea interesse e fa comodo a tutti. E, se è davvero accaduto questo, penso che lo rifaranno anche in futuro.

Anche nel Mondiale Turismo, dove corri tu, c'è un dominio assoluto, quello della Citroen. Stanno ammazzando il campionato?
A livello di prestazioni indubbiamente sì. La mia Honda quest'anno sembra più vicina, ma non abbastanza. Loro, come già nel Mondiale Rally, hanno goduto del massimo supporto economico e politico, ma sono anche stati bravi ad alzare il livello tecnico come nessun altro prima. E nemmeno il sistema di zavorre previsto dal regolamento basta più ad equilibrare le prestazioni, perché lo strapotere è più grande di quanto sia mai stato in passato.