5 maggio 2024
Aggiornato 17:01
In casa Mercedes esplode una nuova rivalità

Hamilton-Rosberg, dopo la doppietta scoppia la guerra

Nella conferenza stampa dopo il Gran Premio di Cina volano accuse tra i due alfieri delle frecce d'argento. «Mi ha rallentato apposta», attacca Nico. «Poteva superarmi, la realtà è che era troppo lento», gli risponde Lewis. È l'inizio di un altro scontro fratricida?

SHANGHAI – Prima la battaglia in pista, conclusa con l'ennesima doppietta conquistata in carrozza. Poi quella fuori pista, scoppiata mentre ancora le telecamere erano accese in mondovisione, durante la conferenza stampa. Era solo questione di tempo perché tra i due alfieri della Mercedes scoppiasse una nuova bomba: troppo netta la supremazia di Lewis Hamilton, troppo forte la frustrazione di un Nico Rosberg che non si è adattato al ruolo di secondo pilota. La scintilla è scoccata durante il Gran Premio di Cina, per la precisione a metà gara, quando l'inglese ha rallentato il suo passo, tanto da far avvicinare al tedesco, che stava alle sue spalle, la Ferrari di Sebastian Vettel. Il campione del mondo in carica, quando i giornalisti gli hanno chiesto il motivo di questo suo comportamento, ha risposto che stava solo gestendo le gomme: «Controllavo la mia gara, non la sua».

ATTACCO IN DIRETTA – A quel punto, Rosberg non ci ha visto più. Ed è partito all'attacco: «È interessante, Lewis, sentire che stavi pensando a te stesso – gli si è rivolto – Questo ha inutilmente compromesso la mia gara: mentre guidavi più lento del necessario, Sebastian mi si è avvicinato molto e questo ha creato la possibilità che lui mi superasse al pit stop. L'ho dovuto marcare e questo mi è costato molto tempo, nonché l'eccessiva usura delle gomme a fine gara. Ovviamente non sono molto contento di questo». Hamilton ha contrattaccato con un sorriso sornione: «Non è il mio lavoro pensare alla gara di Nico. Il mio lavoro è di gestire la vettura e portarla al traguardo nelle migliori condizioni possibili. Questo è ciò che ho fatto. Non ho fatto nulla di intenzionale per rallentare una delle due vetture, mi sono solo concentrato su me stesso. Se Nico voleva superarmi ci avrebbe potuto provare, ma non lo ha fatto».

NICO FURIOSO – Ovviamente, lo scambio di gentilezze andato in onda in diretta mondiale è stato solo l'inizio. A telecamere spente, i due compagni-rivali hanno continuato a rivolgersi dichiarazioni al vetriolo. «La mia gara è stata compromessa, è un dato di fatto – ha ribadito alla stampa Rosberg – Prima della gara questo è uno scenario che avevamo previsto: che il leader compattasse il suo inseguitore con Vettel. Per lui questa era la miglior gara possibile, ma non per il team, perché poneva il secondo in una situazione inutilmente rischiosa. Lewis l'ha fatto apposta? Non so, non posso rispondere, ma in conferenza stampa ha detto che stava solo pensando a se stesso e questa è una dichiarazione interessante. Avrei potuto superarlo? Il problema è che abbiamo la stessa macchina, quando ci provavo lui si costruiva un margine sufficiente in rettilineo: quindi non solo non ci sarei riuscito, ma avrei solo distrutto ancora di più le gomme. Lo stesso ha capito Vettel, che a fine stint si è allontanato di nuovo da me per preservare gli pneumatici. Sto solo elencando dei dati di fatto».

LEWIS SUPERIORE – Hamilton, che agli scontri fratricidi non è certo nuovo, avendo vissuto la stessa situazione con Alonso in McLaren prima ancora che con Rosberg già l'anno passato, si è limitato a ribadire la sua superiorità. «Nico non è mai stato una vera minaccia, per tutta la gara – ha insistito – Ho solo gestito la corsa e mi sono anche divertito, onestamente. Non sono sicuro del modo in cui avrei compromesso la sua gara: era distante da me di quattro secondi e mezzo e non si è mai avvicinato, perciò non ho avuto alcun impatto sulla sua corsa. Non ci dovrebbero essere problemi nel team dopo una doppietta: la nostra è una rivalità forte ma corretta e oggi abbiamo entrambi dato il massimo. Non penso sia stata colpa di nessuno». L'unica cosa certa, a questo punto, è che l'episodio non è destinato a chiudersi qui. Una bella gatta da pelare per la Mercedes, che altrimenti potrebbe limitarsi a dominare il campionato. Per questo il boss Toto Wolff si affretta ad indossare i panni del pompiere: «Nella riunione dopo-gara non c'era animosità, l'atmosfera era positiva – sostiene – Non abbiamo commesso errori in gara: Lewis era in testa e controllava il passo. Non penso che abbia fatto nulla di proposito e ora l'abbiamo chiarito». Ma il campionato è solo all'inizio: quanto è destinata a durare questa tregua armata?