Vettel a cuore aperto: «Vincere con la Ferrari, ancora non ci credo»
Trascinato dall'entusiasmo, il nuovo primo pilota di Maranello si lascia andare: Negli ultimi giri mi cag**o sotto, pensavo: 'Non pensarci, altrimenti sbaglierai'. Questo risultato è un sollievo e un'emozione. Lo dedico a Schumi, il mio eroe»
SEPANG – Sebastian Vettel ci pensa su per qualche istante. Ragiona sulla selva di microfoni puntati verso la sua bocca, a caccia di una dichiarazione: «Non dovrei dirlo, non so». Poi il suo sincero entusiasmo ha la meglio: «Negli ultimi giri mi stavo cag***o sotto». Il nuovo leader del Cavallino rampante è fatto così: in un'epoca di piloti robot, programmati per calibrare ogni parola a consumo di team e sponsor, lui coltiva ancora la sana abitudine di dire quello che gli passa per la testa davvero. Anche per questo, in sole due gare, è già diventato il beniamino della calorosa tifoseria rossa. Oltre che per aver riportato la vettura alla prima vittoria dal Gran Premio del Brasile 2013, s'intende.
VITTORIA SCACCIAMOSTRI – La stessa affinità che i ferraristi hanno trovato in lui, del resto, lui stesso la manifesta in ogni occasione verso la Scuderia. «Di quando in quando un pensiero si faceva strada nella mia testa – prosegue il racconto – Guardavo la carrozzeria e pensavo: 'Questa è la rossa e stai per vincere!'. Poi mi sforzavo: 'Smettila di pensarci altrimenti sbaglierai la prossima curva'. Tagliare il traguardo è stato un vero sollievo». Lo è stato davvero, e sotto tanti aspetti. Con questo successo, Seb è stato in grado di gettarsi alle spalle in un colpo solo dodici mesi di mostri: quelli di una squadra che sembrava aver inspiegabilmente smarrito la strada della vittoria e quelli personali, per essersi visto sfilare dall'ultimo arrivato Daniel Ricciardo il ruolo di leader di quella Red Bull che aveva portato quattro volte al titolo iridato.
IL FILM DELLA GARA – «Una giornata fenomenale – ammette – Come mi sento? Vedere i ragazzi dall'alto del podio è stato incredibile. Posso solo ripensare alle vittorie di Fernando e specialmente di Michael con la Ferrari. Far parte di questo team è incredibile, speciale. Ovviamente sono molto contento. Per me si tratta della prima vittoria dopo più di un anno. E lo champagne mi mancava, ma soprattutto il gradino più alto del podio. Tornare dopo una scorsa stagione dura, in cui non ero riuscito a trovare il bandolo della vettura, è grandioso. Quest'anno la macchina sembra adattarmisi molto di più». Vettel, trascinato dall'emozione, è un fiume in piena: «Sono molto felice, oggi il mio asso nella manica è stata la strategia e di questo ringrazio i ragazzi. Siamo rimasti un po' sorpresi ma avevamo visto al venerdì che la Mercedes faticava con la mescola media: questo mi ha consentito di tenermi vicino a Lewis. Poi sapevo di dover far durare quelle gomme e cercare di spingere al massimo. Nella seconda parte di gara è stato lui a recuperare, ed è stata dura, ma sono riuscito a costruirmi un vantaggio solido e a mantenerlo fino all'ultimo respiro».
COME SCHUMI – E il pensiero corre inevitabilmente a quel Michael Schumacher, storico idolo dei ferraristi e anche del giovane Vettel: «Era il mio eroe – racconta – Per tutti i ragazzi che correvano sui go-kart in Germania, era il modello di riferimento. Quando ci faceva visita ogni anno per stringerci le mani e ci guardava, un po' ci cambiava la vita. Per questo forse oggi non mi rendo ancora conto di quanto sia speciale questo momento. Molto emozionante». Lo è perfino per gli uomini del team più abituati a confrontarsi con la logica dei freddi numeri che con quella del cuore. «Sono molto felice di aver vinto così presto – confessa il boss Maurizio Arrivabene – Abbiamo lavorato sodo a Maranello: non credo nel one-man-show, ma nella squadra. Avevo promesso due vittorie e ora abbiamo portato a casa già la prima». «Una giornata straordinaria – gli fa eco il direttore tecnico James Allison – I ragazzi a Maranello, che hanno lavorato duramente, staranno saltando sui loro divani. E abbiamo rispettato anche le grandi aspettative di tutta l'italia. Spero che questo ci aiuti a spingere ancora di più e ad essere più competitivi. Sebastian ha guidato perfettamente e ha fatto danzare la monoposto in qualifica. Se siamo riusciti a riportare la vettura là davanti, è stato per merito suo».
L'ESULTANZA DI MARCHIONNE – Al coro delle esultanze non si è voluto sottrarre nemmeno l'algido presidente Sergio Marchionne: «Quello che abbiamo visto oggi è il risultato dell’incredibile duro lavoro degli ultimi mesi, un lavoro fatto in silenzio e con umiltà come fa una grande squadra. Complimenti ai piloti per una gara sensazionale. Sono felice per tutti i tifosi che aspettavano da troppo tempo una giornata così. Forza Ferrari». Chissà se oggi, per fare uno strappo alla regola, in gran segreto non avrà indossato un maglioncino rosso.