Doping, fra i ciclisti amatoriali il più diffuso
Dieci volte maggiore che fra i professionisti, mancano i controlli
ROMA - Il doping nel ciclismo amatoriale è «dieci volte» più diffuso rispetto al ciclismo professionale, e questo perchè «il settore amatoriale è meno controllato». A puntare l'attenzione su questa emergenza è stato oggi il ministro della Salute Ferruccio Fazio in occasione della conferenza stampa a palazzo Chigi per presentare la nuova edizione dell'iniziativa antidoping «Borraccia trasparente».
COSTUME PERICOLOSO - A giudizio di Fazio è quindi «fondamentale creare controlli nel ciclismo amatoriale, ma è altresì importante diffondere il messaggio che anche la somministrazione di integratori alimentari e farmaci senza il controllo medico è un costume molto pericoloso». Anche in questo caso «quasi il 60% degli sportivi amatoriali fa uso di prodotti come gli integratori alimentari». Un'emergenza ravvisata anche dal presidente Rai Paolo Garimberti, ciclista amatoriale, che con amarezza ha osservato: «Quando partecipo alle gran fondo ci sono dei tempi e delle medie francamente inspiegabili».
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