26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Calcio. Serie A

Presidenti isterici, panchine ad orologeria

Livorno e Bologna salgono sulla giostra, 5 cambi in 8 giornate. Ad aprire le danze era stata la società giallorossa con le dimissioni di Spalletti

ROMA - L'isteria dei presidenti si abbatte sulle panchina di Serie A. Se da un lato i club si lamentano per i pochi introiti, per i conti che non tornano e lamentano scarsi incassi dagli stadi e dal merchandising, se c'é una cosa che non li spaventa evidentemente è quella di ritrovarsi a pagare più che spesso (almeno) un paio di allenatori a stagione.

Se verrà confermato dal Bologna l'esonero dato per molto probabile di Giuseppe Papadopulo, salterà la quinta panchina. E siamo solo all'ottava giornata di campionato. Ieri era toccato al Livorno, con l'esonero di Gennario Ruotolo, protagonista solo lo scorso anno della bella promozione della squadra amaranto: al suo posto, mancano però ancora la firma e l'ufficialità, da domenica prossima contro la Roma ci sarà Serse Cosmi.

Ad aprire le danze era stata proprio la società giallorossa con le dimissioni di Luciano Spalletti, che quanto meno ha risparmiato a Rosella Sensi un bell'ingaggio, reinvestito su Claudio Ranieri. Alla quarta giornata a saltare era stata la panchina dell'Atalanta, con Antonio Conte subentrato ad Angelo Gregucci, mentre alla settima Aurelio de Laurentiis ha esonerato Roberto Donadoni ed affidato il Napoli a Walter Mazzarri. Una curiosità: dalla lista mancano i nomi di due «specialisti» dell'esonero, Maurizio Zamparini e Massimo Cellino, presidenti di Palermo e Cagliari.

Nonostante un avvio di campionato incerto, Zamparini ha infatti resistito alla tentazione, concesso fiducia a Walter Zenga ed ora i risultati lo stanno ripagando, con la squadra risalita fino al settimo posto in classifica. Non sembra correre pericoli nemmeno Massimiliano Allegri, nonostante un rendimento altalenante e un Cagliari quintultimo.