11 dicembre 2024
Aggiornato 05:00
D&R: ROS e stress ossidativo

Cos’è lo stress ossidativo?

La biologa Alessandra Nizzi spiega a Diario Salute TV cos’è lo stress ossidativo e quali sono le varie implicazioni sulla salute umana

Lo stress ossidativo è la rottura del delicato equilibrio fra la presenza di radicali liberi – ovvero i ROS –  i sistemi antiossidanti di difesa – spiega Alessandra Nizzi, biologa a Torino. I sistemi antiossidanti di difesa sono costituiti da fattori nutrizionali come la dieta, da fattori fisiologi come l’ereditarietà e lo stile di vita e da fattori ambientali quale l’esposizione, appunto, ai radicali liberi.

  • Approfondimento: cosa sono i radicali liberi?
    I radicali liberi sono delle specie chimiche molto instabili e reattive a causa della presenza di elettroni spaiati. Questa loro particolarità fa sì che cerchino continuamente di accoppiarsi ad altre molecole con l’intenzione di prelevare o cedere elettroni, allo scopo di evitare questo disaccoppiamento naturale. I radicali liberi reagiscono con altre molecole attraverso reazioni denominate ossido riduzione: questo perché la specie che perde elettroni attiva un processo di ossidazione, mentre quella che l’acquista attiva un processo di riduzione. Tra i radicali liberi più diffusi vi sono quelle reattive all’ossigeno, denominate ROS.

Lo stress ossidativo è un pericolo per la salute
 «Lo stress ossidativo provoca l’insorgenza di numerose lesioni cellulari che, se gravi e protratte nel tempo, conducono a un’accelerazione del processo di invecchiamento e all’insorgenza di numerose malattie», conclude Nizzi.

  • Una curiosità
    Il concetto di radicali liberi non è affatto nuovo. Già intorno al 1900 Moses Gomberg aveva individuato il primo radicale libero stabile, il trifenilmetile. Ma l’azione deleteria di tali composti fu compresa solo nel 1995 dal premio Nobel Denham Harman.

I ROS più conosciuti
I ROS più conosciuti fino a oggi sono tre: l’anione superossido (O2-), il perossido di idrogeno (H2O2) e il Radicale ossidrilico (-OH). Il primo si inattiva per mezzo della superossidodismutasi (SOD), ma può comportare seri danni al DNA e iperprodurre enzimi a livello leucocitario. Il secondo lo conosciamo tutti con il nome di acqua ossigenata e agisce direttamente nei mitocondri cellulari. Infine, il Radicale ossidrilico è considerato il più reattivo e pericoloso: può provocare danni agli acidi nucleici e alla membrana plasmatica.