25 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Alternative allo zucchero

Dolcificanti ed edulcoranti artificiali, nessun beneficio per la salute

Un nuovo studio dimostra che non vi sono prove che le alternative allo zucchero, come dolcificanti ed edulcoranti, siano più sane. Anzi

Dolcificanti
Dolcificanti Foto: Mirror-Images Shutterstock

L’industria di dà un gran daffare nel pubblicizzare i propri prodotti come ‘senza zucchero’. Per poi, però, infarcirli di edulcoranti (o dolcificanti artificiali) che, secondo l’ormai diffuso credo comune, sarebbero più sani dello zucchero classico. Ora, non solo diversi studi hanno dimostrato che molti di questi edulcoranti in realtà possono essere dannosi per la salute, ma un nuovo studio ha infine mostrato che non apportano benefici importanti per la salute. In più, vi sono legittimi sospetti che possano causare potenziali danni.

La moda del senza zucchero

Da quando è stato deciso che lo zucchero fa male, i prodotti cosiddetti ‘light’ si sono moltiplicati a dismisura, con sempre più persone che scelgono questo genere di prodotti pensando che siano più sani. Sebbene diversi edulcoranti non zuccherini siano approvati per l’uso, poco si sa davvero circa i loro potenziali benefici e danni in un regime di assunzioni giornaliere accettabili. Tutto questo perché le prove sono spesso limitate e conflittuali. Per dunque comprendere meglio questi potenziali benefici e danni, un team di ricercatori europei ha condotto uno studio revisionale – o meta-analisi – in cui ha analizzato 56 studi che hanno confrontato l’assenza di assunzione o un’assunzione inferiore di dolcificanti non zuccherini con un maggior consumo in adulti e bambini sani.

Lo studio

Le misure prese in considerazione dai ricercatori della Harvard TH Chan School of Public Health includevano il controllo del peso, dello zucchero nel sangue (glicemia), la salute orale, il cancro, le malattie cardiovascolari, le malattie renali, l’umore e il comportamento. Gli studi sono stati valutati per bias e certezza delle prove.

I risultati

Pubblicati sul British Medical Journal (BMJ), i risultati dello studio hanno mostrato che, nella maggior parte dei casi, non sembravano esserci differenze statisticamente o clinicamente rilevanti tra coloro esposti a dolcificanti non zuccherini e quelli non esposti, o tra diverse dosi di dolcificanti non zuccherini. Per esempio, si legge nell’editoriale, negli adulti i risultati di alcuni piccoli studi suggerivano piccoli miglioramenti dell’indice di massa corporea (BMI) e dei livelli di glucosio nel sangue a digiuno con i dolcificanti non zuccherini, ma la certezza di questa evidenza era bassa. Assunzioni più basse di dolcificanti non zuccherini sono state associate a un aumento di peso leggermente inferiore (-0,09 Kg) rispetto alle assunzioni più elevate, ma ancora una volta la certezza di questa evidenza era bassa. Nei bambini, un più piccolo aumento del punteggio dell’indice di massa corporea è stato osservato con i dolcificanti non zuccherini rispetto allo zucchero, ma l’assunzione di dolcificanti non zuccherini non ha fatto differenze nel peso corporeo. Infine, nessuna prova di alcun effetto degli edulcoranti non zuccherini è stata trovata per gli adulti in sovrappeso o obesi o bambini che cercano attivamente di perdere peso.

La più completa revisione sugli edulcoranti

La dott.ssa Ingrid Toews, insieme a Vasanti Malik e colleghi sottolineano che questa è la revisione più completa su questo argomento mai realizzata fino a oggi. Gli autori fanno anche sapere che informeranno l’Organizzazione Mondiale della Sanità per una linea guida rivolta agli esperti di salute e ai responsabili politici. Tuttavia, sottolineano che la qualità delle prove in molti degli studi era bassa, quindi la fiducia nei risultati è limitata. Avvertono inoltre che sono necessari studi a più lungo termine per chiarire se i dolcificanti non zuccherini sono un’alternativa sicura ed efficace allo zucchero.

Il ruolo dei dolcificanti

Sulla base delle prove esistenti, gli autori dello studio ritengono che l’uso di dolcificanti non zuccherini come sostituto degli zuccheri liberi, in particolare nelle bevande zuccherate, «potrebbe essere una strategia utile per ridurre il rischio cardiometabolico [probabilità di sviluppare diabete, malattie cardiache o ictus] tra i consumatori pesanti, con l’obiettivo finale di passare all’acqua o ad altre bevande salutari. Le politiche e le raccomandazioni dovranno essere aggiornate regolarmente, poiché emergono ulteriori prove per garantire che vengano utilizzati i migliori dati disponibili per portare informazioni nell’importante dibattito di salute pubblica sullo zucchero e le sue alternative».