25 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Malattie neuromuscolari

Distrofia muscolare di Duchenne, c’è una dieta che può preservare l’attività muscolare

Un nuovo studio dell’Università degli Studi di Milano dimostra che gli aminoacidi sono efficaci nel preservare l’attività muscolare nella distrofia muscolare di Duchenne

Distrofia muscolare di Duchenne
Distrofia muscolare di Duchenne Foto: Huntstock.com | shutterstock.com Shutterstock

Scienziati italiani dell’Università degli Studi di Milano hanno condotto una nuova ricerca in cui si è scoperto che una dieta che comprenda gli amminoacidi è efficace nel preservare l’attività muscolare nella distrofia muscolare di Duchenne.

La scoperta
Nello specifico, i ricercatori italiani hanno scoperto che un’integrazione dietetica a base di aminoacidi potrebbe essere efficace nel preservare l’attività muscolare dei pazienti affetti da distrofia muscolare di Duchenne, una delle più importanti distrofie che si manifesta nella prima infanzia – riporta una nota della Statale di Milano. Lo studio è i risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Scientific Reports. A guidare la ricerca è stato Yvan Torrente, docente di Neurologia del Dipartimento di Fisiopatologia Medico-Chirurgica e dei Trapianti, insieme a Enzo Nisoli, docente di Farmacologia del Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale dell'Università Statale di Milano.

Lo studio
Condotto su un modello murino di distrofia muscolare di Duchenne, lo studio ha inteso valutare gli effetti di una particolare dieta. Per un periodo di due settimane, al gruppo di topi è stata somministrata una miscela costituita da aminoacidi essenziali, arricchita in ramificati, già testata nel trattamento della sarcopenia dell’anziano. L’effetto riscontrato dalla sperimentazione è stato «un significativo miglioramento della funzione motoria», spiega Nisoli. Secondo i ricercatori, tale miglioramento sarebbe dovuto principalmente a due eventi: da una parte, la normalizzazione dell’architettura vascolare nei muscoli; dall’altra, la trasformazione delle fibre muscolari glicolitiche in ossidative.  «Un risultato – conclude Torrente – che potrebbe essere di particolare rilevanza per il miglioramento della qualità della vita dei pazienti distrofici. Trovare una terapia per le distrofie muscolari rimane un obiettivo di primaria importanza».