24 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Virus mortali

Il ritorno di Ebola, scoperto nei pipistrelli un nuovo virus letale

Gli scienziati scoprono nei pipistrelli della Sierra Leone un nuovo virus di Ebola. E' il virus di Bombali (BOMV). Una nuova minaccia per l’uomo?

Pipistrelli della frutta
Pipistrelli della frutta Foto: Jeffrey Paul Wade | shutterstock.com Shutterstock

Gli scienziati dell’Università della California a Davis e del Columbia University’s Center for Infection and Immunity hanno identificato una nuova specie di Ebolavirus in alcuni pipistrelli che vivono in Sierra Leone. L’eccezionale scoperta è per fortuna avvenuta prima che una sua potenziale trasmissione si manifestasse con un’epidemia tra gli esseri umani o in altri animali. L’individuazione di questo virus, che tuttavia ancora non si sa se sia patogeno per l’essere umano, secondo gli scienziati potrà essere utile per individuare i requisiti genetici che possono farne un agente patogeno trasmissibile all’uomo.

E’ il sesto virus Ebola
Il nuovo virus è stato battezzato con il nome di virus di Bombali (BOMV), dalla località della Sierra Leone dove è stato individuato. E’ il sesto tipo di virus, o ceppo, che va ad affiancarsi ai cinque Ebolavirus già noti che sono il virus di Ebola propriamente detto (EBOV), il virus di Bundibugyo (BDBV), il virus Sudan (SUDV), il Taï Forest virus (TAFV) e, per ultimo, il Reston virus (RESTV) – che tuttavia colpisce soltanto i macachi e non l’essere umano. Tra tutti, il primo ebolavirus a essere stato descritto e il più pericoloso per l’uomo è EBOV. Secondo le stime, dal 1976 a oggi sono stati individuati 25 focolai di epidemie, di cui i più gravi si sono verificati in Guinea, Sierra Leone e Liberia. Tra il 2013 e il 2016, si stima che siano stati infettati 28mila esseri umani e 11.325 siano morti a causa del virus.

Lo studio
Questa scoperta è ampiamente descritta sulla rivista Nature Microbiology, su cui è stata pubblicata. E’ il risultato di un progetto avviato nel quadro del PREDICT Ebola Host Project, finanziato dalla United States Agency for International Development (USAID). A renderla possibile è una collaborazione tra l’Università della California a Davis e la Columbia University’s Center for Infection and Immunity insieme al governo della Sierra Leone, l’Università di Makeni e Metabiota Inc., un’azienda specializzata nello sviluppo di modelli di diffusione delle epidemie. Qui, il team di ricercatori di PREDICT ha campionato più di 6.000 animali in Sierra Leone ed eseguito test genetici di laboratorio per scovare la presenza di Ebolavirus sia noti che sconosciuti.

I risultati
Le analisi condotte hanno permesso di individuare il nuovo virus di Bombali (BOMV) in cinque esemplari appartenenti a due diverse specie di pipistrelli insettivori: Chaerephon pumilus e Mops condylurus, la cui presenza è nota e diffusa anche nelle case del luogo. Proprio per questo motivo, gli scienziati stanno cercando di sensibilizzare la popolazione per ridurre il rischio di trasmissione del virus. Difatti, spesso le persone, spaventate dalla presenza di questi pipistrelli infetti, cercano di scacciarli dalle case o ucciderli. Tuttavia, secondo i ricercatori, questo comportamento è controproducente in quanto può invece aumentare il rischio di trasmissione. Al momento, non si sa se il nuovo virus abbia effetti patogeni sia sugli animali che sull’uomo, per cui sono necessari ulteriori approfondimenti. Nel frattempo, a scopo precauzionale, è bene mettere in atto tutte le misure di prevenzione. Questa scoperta, sottolinea il dott. Simon J. Anthony, coautore dello studio, rappresenta «un importante passo avanti nella capacità di comprendere la diversità virale che circola negli animali e di individuare i prerequisiti genetici per l’infezione umana e poi definire le priorità per ulteriori studi e interventi». In ogni caso, è bene stare in allerta.