Ebola, il Ministero vuole rafforzare i controlli. Il virus potrebbe arrivare in Italia?
Ebola spaventa il Ministero della Salute che richiede subito di rafforzare i controlli per le persone che entrano nel nostro paese

Nel 2014 si sentiva parla di Ebola in televisione, si leggeva sui quotidiani e riviste. Poi, per qualche anno, tutto si è improvvisamente spento. Ora, che il rischio è di nuovo alle porte, il virus fa di nuovo parlare di sé. Nella Repubblica Democratica del Congo, infatti, ci sono stati diversi casi: dal 4 aprile al 17 maggio 45 persone sono state infettate. E ben 25 di queste – una percentuale che supera il 50% - sono decedute. Percentuali simili si sono verificate nel 2014, anno in cui sono morte 49 persone su 66 infettate. L’Ebola, tuttavia, non ci ha mai spaventato più di tanto perché – per fortuna – è molto lontana dal nostro paese. Ma basterebbe una sola persona che arriva in Italia, non sapendo ancora di essere malata per poter attivare un focolaio che metterebbe a serio rischio la vita di tutti noi.
Controlli anti-Ebola
La sicurezza del nostro paese è un fatto che, chiaramente, preoccupa tutti noi. Lo stesso Ministero della Salute, lo scorso 25 maggio, avrebbe richiesto controlli anti-Ebola. In particolare, questi si sarebbero rivolti agli operatori delle Ong che lavorano in Congo e poi rientrano in Italia. Secondo quanto dichiarato dal quotidiano Il Tempo, il Ministero avrebbe richiesto specifici controlli anche in aeroporto. Il Ministero della Salute ha scelto, perciò, di concentrare la vigilanza sugli operatori delle Ong che lavorano in Congo, specie nella zona rossa dell'epidemia. I protocolli applicati saranno pressappoco quelli utilizzati durante l’epidemia di tre anni fa.
Vigilanza sanitaria
«E’ opportuno richiamare le procedure per le attività di vigilanza sanitaria sui viaggiatori internazionali provenienti dalle zone affette», si legge nella circolare. Ciò significa che anche se l’OMS non ritiene ancora indispensabile lanciare un allarme di emergenza sanitaria, non è escluso che l’epidemia possa diffondersi anche in Italia. Per questo motivo verranno eseguiti ulteriori controlli all’uscita di nove aeroporti: Angola, Burundi, Repubblica Centrafricana, Repubblica del Congo, Ruanda, Sud Sudan, Tanzania, Uganda e Zambia. Ricordiamo, infine, che attualmente non esiste alcuna cura per Ebola. Chi contrae la patologia può riuscire a combatterla come mezzi propri oppure il virus causerà inevitabilmente il decesso. In ogni caso ci sono nuove speranze dall’ultimissima ricerca che ha messo a punto anticorpi per immunoterapia passiva e un vaccino sperimentale. Le prime dosi sono già state inviate in Congo.
La vaccinazione ad anello
Al momento è disponibile una forma vaccinale sperimentale denominata vaccinazione ad anello. La potranno fare, perciò, solo le persone che sono entrate in contatto con amici o familiari malati. Questo consentirà di proteggere prioritariamente la popolazione più a rischio. L’ebola, infatti, si può trasmettere per mezzo del sudore, della saliva, dell’urina, dello sperma, del latte materno, del sangue e di tutte le superfici contaminate. La campagna di vaccinazione è gestita da The Vaccine Alliance, insieme a Medici Senza Frontiere, l’Unicef e altre organizzazioni no profit.
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