11 dicembre 2024
Aggiornato 02:00
Relazioni bisessuali a rischio

Le relazioni bisex possono spezzare il cuore, letteralmente

Uno studio rivela che chi ha relazioni bisessuali presente un rischio più elevato di malattie cardiache rispetto agli eterosessuali, specie se maschi

Cuore a rischio nei bisex
Cuore a rischio nei bisex Foto: Jarun ntakrai | shutterstock.com Shutterstock

NEW YORK – Avere rapporti bisex può essere un rischio. E non si sta parlando di malattie sessualmente trasmissibili, se non si hanno rapporti protetti, ma di malattie cardiache. Un nuovo studio condotto dalla New York University, emerge che gli uomini bisessuali hanno un rischio più elevato di malattie cardiache rispetto agli uomini eterosessuali, attraverso diversi fattori di rischio modificabili. «I nostri risultati – spiega il dott. Billy Caceres, principale autore – evidenziano l’impatto dell’orientamento sessuale, in particolare l’identità sessuale, sulla salute cardiovascolare degli uomini e suggeriscono che i medici e gli operatori sanitari pubblici dovrebbero sviluppare screening e prevenzione su misura per ridurre il rischio di malattie cardiache negli uomini bisessuali».

Pochi studi al riguardo
Se sono numerosi gli studi sull’impatto e il rischio di malattie sessualmente trasmissibili, come HIV, gonorrea, sifilide, herpes e così via, poco invece si sa sull’impatto dell’orientamento sessuale sul rischio di malattie cardiache negli uomini, nonostante il fatto che gli uomini gay e bisessuali possano essere a rischio più elevato sulla base di fattori modificabili come il vizio del fumo e una scarsa salute mentale. In questo studio, pubblicato su LGBT Health – i ricercatori hanno esaminato le differenze nei fattori di rischio modificabili per le malattie cardiache e le malattie cardiache negli uomini con differenti orientamenti sessuali.

Lo studio
Trai fattori di rischio misurati dai ricercatori, vi era la sofferenza mentale, comportamenti come l’uso di tabacco, il bere compulsivo (binge drinking), la dieta e l’attività fisica e fattori di rischio biologici come obesità, ipertensione, diabete e colesterolo. In base all’analisi delle risposte di 7.731 uomini di età compresa tra 20 e 59 anni, coloro che hanno riferito di avere angina, malattia coronarica, insufficienza cardiaca, infarto o ictus sono stati considerati come aventi una diagnosi di malattia cardiaca o cardiovascolare. Dopo di che, le differenze sono state analizzate in quattro gruppi sulla base dell’identità sessuale dei partecipanti: maschi gay, bisessuali, eterosessuali che hanno rapporti sessuali con uomini ed eterosessuali.

I risultati
Analizzando i dati, gli autori dello studio non hanno rilevato differenze nelle diagnosi di malattie cardiache basate sull’orientamento sessuale, tuttavia il rischio di malattie cardiache era più confuso. I risultati hanno mostrato che uomini gay, uomini eterosessuali e uomini eterosessuali che hanno rapporti sessuali con uomini avevano un rischio simile di malattie cardiache. Gli uomini bisessuali avevano però tassi più elevati di diversi fattori di rischio per le malattie cardiache rispetto agli uomini eterosessuali: tra questi disagio mentale, obesità, pressione arteriosa elevata e diabete.

Il fattore salute mentale
«La cattiva salute mentale è un riconosciuto fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiache – sottolinea Caceres – I medici dovrebbero essere educati sulla salute delle minoranze sessuali e dovrebbero monitorare quotidianamente gli uomini bisessuali per il disagio mentale come un fattore di rischio per le malattie cardiache. Questo è particolarmente importante in quanto le organizzazioni sanitarie includono sempre l’orientamento sessuale come parte dei questionari demografici nelle cartelle cliniche elettroniche».