28 agosto 2025
Aggiornato 12:00
Antibiotici e calcoli renali

Pericolo antibiotici: possono portare alla formazione di calcoli renali?

Secondo un recente studio condotto a Philadelphia, gli antibiotici potrebbero raddoppiare le possibilità di assistere alla formazione di calcoli renali

Gli antibiotici causano i calcoli renali?
Gli antibiotici causano i calcoli renali? Foto: Shutterstock

Sembra emergere un nuovo rischio derivante dal consumo di antibiotici: l’apparato urinario potrebbe avere la peggio, specie per quanto riguarda la formazione dei dolorosissimi calcoli renali. A suggerirlo è un recente studio condotto su un ampio campione di bambini e adulti che avevano precedentemente assunto uno dei cinque tipi di antibiotici più comuni. I risultati hanno quindi dimostrato che in seguito alla prescrizione di sulfamidici, cefalosporine, fluorochinoloni, nitrofurantoina / metenamina e penicilline ad ampio spettro si assisteva a un altro rischio di calcoli renali.

Lo studio
Per arrivare a simili conclusioni, gli scienziati hanno analizzato le cartelle cliniche riferite al periodo 1994/2015 di quasi ventiseimila persone affette da calcoli renali. Il gruppo di controllo era invece formato da 259.797 individui. Per ognuno è stata verificata la prescrizione e l’assunzione di antibiotici. Lo studio ha esaminato 12 tipi di antibiotici ma ne ha trovati sette che non sembravano collegati con il rischio di calcoli renali.

I risultati
I risultati hanno evidenziato come le persone che assumevano antibiotici assistevano a un aumento del rischio di calcoli renali del 27% - se si trattava di penicilline – e del doppio nel caso di sulfamidici. Il rischio maggiore lo correvano i giovanissimi, un po’ meno gli adulti in età avanzata. «Senza dubbio, gli antibiotici hanno salvato milioni di vite e sono necessari per prevenire la morte e gravi danni alle infezioni; i benefici superano i potenziali danni. Questi risultati non suggeriscono, quindi, che gli antibiotici non dovrebbero essere prescritti quando indicato. Tuttavia è necessario che vi sia un uso giudizioso e appropriato degli antibiotici e la riduzione dell'uso inappropriato di antibiotici per una malattia virale», ha dichiarato il dottor  Gregory Tasian del Children's Hospital di Philadelphia a GEO.tv.

Cambiamenti del microbioma?
Già studi precedenti avevano notato il forte impatto derivante dall’uso degli antibiotici, nei confronti del microbiota umano. Ovvero della folta popolazione di microorganismi che vive all’interno del nostro corpo. Tali cambiamenti, specie quelli a livello urinario, sono collegati anche ai calcoli renali. E se altri scienziati già lo sapevano, il team coordinato da Tasian ha scoperto che sono proprio gli antibiotici che, con una reazione a catena, provocano i calcoli renali.

Non bisogna temerli
In ogni caso non bisogna temere l’uso degli antibiotici, perché se prescritti dal medico significa che è necessario prenderli, inoltre  è importante sottolineare che «i calcoli renali possono anche richiedere anni per svilupparsi e interessano solo il 10% circa delle persone, rendendo difficile dimostrare un legame diretto con gli antibiotici», spiega Jeremy Burton, ricercatore presso l'Università di Western Ontario e vice direttore del Canadian Centre for Human Microbiome and Probiotics, Lawson Health Research Institute di Londra,S che non è stato coinvolto nello studio. «I tassi di malattia renale sono aumentati costantemente senza una ragione apparente e molte teorie sono state postulate. Questi vanno dal riscaldamento globale con conseguente riduzione dell'idratazione, al cambiamento del microbioma a causa di una dieta occidentale malsana», conclude Burton. I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of American Society of Nephrology.