18 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Leucemia promielocita

Leucemia fulminante: ora si può curare senza chemio grazie a un ematologo palermitano

Grazie alle scoperte di uno scienziato italiano, recentemente premiato a Stoccolma, ora si potrà guarire dalla leucemia fulminante senza chemioterapia

Foto: Photographee.eu | Shutterstock Shutterstock

Una leucemia che fino a poco tempo fa non lasciava molto spazio alla speranza. Definita promieloicita, molti la consideravano fuliminante a causa della velocità con cui strappava per sempre i pazienti dalle braccia delle persone care. Ma grazie alla ricerca e agli studi di un importante ematologo italiano, ora si può definire guaribile in 9 casi su 10. Ma ciò che è ancor più interessante è potrà essere curata senza terapie devastanti come la chemioterapia.

Premiato a Stoccolma
Francesco Lo Coco, questo il nome dell’ematologo che ha scoperto la terapia chemio-free per combattere la leucemia fulminante, è stato recentemente premiato a Stoccolma in occasione del 23esimo Congresso della Società europea di Ematologia-Eha. L’ematologo ha ricevuto l’importante José Carreras Award e Lo Coco è, dal 1999, il terzo scienziato ad avere ottenuto questa forma di riconoscimento. I risultati dei suoi studi furono pubblicati nell’anno 2013 sul New England Journal of Medicine.

Il più prestigioso riconoscimento europeo
«Il premio José Carreras è stato assegnato per la prima volta a Barcellona in occasione del quarto Congresso Eha. Voluto dal tenore spagnolo al quale è intitolato, fra i più illustri testimonial dei successi dell'ematologia moderna (nel 1987 si ammalò di leucemia e nell 88 fu sottoposto a un trapianto di midollo osseo), viene attribuito ogni anno durante il summit dell'Eha. Considerato il più prestigioso riconoscimento europeo in ambito ematologico, consiste in una targa e nella possibilità di tenere una lecture durante la sessione plenaria del Congresso», spiega Lo Coco all'AdnKronos Salute. «Vuol dire parlare davanti a una platea di oltre 11 mila esperti riuniti nella stessa sala perché nessun evento viene organizzato in concomitanza con la plenaria».

Altri riconoscimenti
In realtà questo non è certo il primo premio assegnato a Lo Coco, l’ematologo, infatti, ha già ricevuto il sapio nel 2014 e il Guido Venosta nel 2016 per una ricerca sul cancro targata AIRC. In quest’ultima occasione il premio fu consegnato direttamente dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «Con quella pubblicazione abbiamo messo le fondamenta di un nuovo paradigma diventato oggi standard di cura per la leucemia acuta promielocitica: la combinazione di acido retinoico più triossido d'arsenico, in grado di distruggere in modo specifico una proteina 'sbagliata' che si trova soltanto nelle cellule maligne», spiega Lo Coco. In questo modo si può evitare la chemioterapia e i suoi devastanti effetti collaterali.

Cos’è la leucemia promielocitica?
«La leucemia promielocitica ha origine dalla crescita incontrollata dei promielociti, progenitori dei globuli bianchi. Invece di 'diventare grandi' come normalmente avviene nel midollo osseo, queste cellule si accumulano in forma immatura determinando anemia e frequenti emorragie. La malattia, fortunatamente rara (120-150 casi l'anno in Italia), può colpire trasversalmente senza preferenze di sesso o età, con una mediana intorno ai 38-40 anni. Può insorgere in modo improvviso e spesso ha un decorso aggressivo, a volte fulminante per via delle gravi emorragie interne: senza una diagnosi rapida e accurata, e in assenza di terapie adeguate, ancora oggi questo tumore può avere esito fatale in poche ore o in pochi giorni», continua l’ematologo ad Adnkronos.

Speranze di sopravvivenza
Grazie a Lo Coco le speranze di sopravvivenza per questa malattia sono divenute altissime. Il destino dei malati, infatti, è cambiato vistosamente grazie alle sue scoperte. Fino a poco tempo fa l’80% delle persone morivano entro 1-2 anni dalla diagnosi ma ora il tasso di sopravvivenza è superiore al 90% - e senza chemioterapia. A ridare una possibilità in più di tornare a una vita normale non è stato Lo Coco, ma anche tutto il resto del suo team e da Franco Mandelli, fondatore del Gimema-Gruppo italiano malattie ematologiche dell'adulto. «Quello per cui vengo premiato è uno studio Gimema con tre quarti dei pazienti arruolati italiani. Vi hanno partecipato due gruppi cooperativi tedeschi. Con una ricerca italiana, accademica e indipendente siamo riusciti a fissare un nuovo standard terapeutico determinando l'approvazione in Usa e Ue, da parte di Fda ed Ema, dell'arsenico in prima linea».