18 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Benefici del tè verde

Il tè verde potrebbe salvarci da infarto e ictus: lo studio

Un recente studio ha evidenziato come alcune molecole presenti nel tè verde potrebbero rendere più solubili le placche nelle arterie

Il tè verde può ridurre il rischio di infarto?
Il tè verde può ridurre il rischio di infarto? Foto: Taa22 | Shutterstock Shutterstock

Nuove speranze, dal mondo della natura, per ridurre al minimo il rischio di attacco di cuore e ictus. Sembra infatti che una delle bevande più note al mondo – il tè – possa aiutarci a ripulire le arterie prevenendo eventi cardiovascolari fatali. A suggerirlo sono stati alcuni ricercatori dell’Università di di Leeds che hanno condotto un recente studio in collaborazione con un team proveniente dalla Lancaster University. Il gruppo ha confermato alcuni benefici derivati da alcune molecole presenti nel tè verde. Ecco i risultati pubblicati sul Journal of Biological Chemistry.

Le catechine del tè
Secondo i ricercatori, una particolare molecola presente nel tè, chiamata Gallato di epigallocatechina o EGCG, è in grado di legarsi a una proteina che presente nelle placche tipiche dell’aterosclerosi. Una volta che si è legata, la molecola è in grado di rendere le placche più solubili.

Ma il tè funziona?
Questo gli scienziati non sono stati in grado di stabilirlo. Ciò che hanno compreso, tuttavia, è che tale molecola potrebbe essere utilizzata per evitare o ridurre le formazioni di depositi che si trovano all’interno dei vasi sanguigni, i quali contribuiscono alla temibile malattia coronarica. «Se bevi normali quantità di tè verde probabilmente non avrà alcun effetto. Quello che stiamo dicendo è che dobbiamo guardare a questa molecola con più attenzione e capire come possiamo adattarla per renderla maggiormente disponibile all’organismo e qual è il miglior modo di somministrarla affinché arrivi direttamente alle placche», spiega il dottor David Middleton dell'Università di Lancaster.

Apoproteine
Studi precedenti avevano anche messo in evidenza come il Gallato di epigallocatechina influisce positivamente persino con le placche amiloidi collegate all’Alzheimer. Ora, però, la nuova ricerca ha voluto testare l’effetto anche sull’Apopriteina apoA-I, un componente essenziale del colesterolo buono. «Una certa quantità della proteina esiste da sola e questo sembra accadere quando invecchiamo», spiega Middleton. Tuttavia, non è insolito vedere come tale proteina si misceli ad altre sostanze formando minuscole fibre che si accumulano nelle placche aterosclerotiche. Secondo Middleton, tale fibra aumenta il rischio di frammenti all’interno delle placche, aumentando notevolmente il rischio di incappare in un infarto o un ictus.

Lo studio
Durante lo studio, gli scienziati hanno preparato un semplice tè utilizzando un forno a microonde, dopodiché sono riusciti a stabilire come l'EGCG dal tè sia riuscito a legarsi alle fibre fini della proteina. In questo modo riusciva ad abbatterle e ridurle in forme circolari sempre più piccole fino a renderle più solubili. Questo avveniva solo con le fibre si erano formate in presenza di una sostanza pressoché simile a quella che si trova nel corpo umano.

Non correte a bere il tè
Secondo il professor Naveed Sattar dell'Università di Glasgow, lo studio è ancora all’inizio e non bisogna giungere a conclusioni affrettate. «Abbiamo testato agenti contenuti in alimenti e bevande che possono ridurre alcuni rischi per la salute ma, ad oggi, poche cose hanno portato a dei veri progressi. Quindi, il mio consiglio è di non correre a bere il tè verde per ora». Della stessa idea è anche il dottor James Brown, docente di biologia e scienze biomediche presso l'Aston University, il quale ha sottolineato che un effetto visibile in laboratorio non è necessariamente identico a quello derivante dal consumo di un determinato alimento o bevanda. Inoltre, al momento, nessuno sa quanto Gallato di epigallocatechina finisca effettivamente nel sangue bevendo un semplice infuso. Per stabilirlo bisognerebbe procedere prima con ricerche su modelli animali con placche aterosclerotiche e poi sull’essere umano. Nel frattempo, possiamo continuare a bere un po’ di tè verde per il puro gusto di farlo.

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