Una tazza di tè al giorno toglie il cardiologo di torno?
Uno studio condotto su 80.000 persone mette in evidenza gli eventuali benefici che il tè svolge sull’apparato cardiovascolare

Tè e caffè sono le due bevande più comuni al mondo. Entrambe sono state etichettate come angeli o demoni a seconda degli scienziati che hanno effettuato lo studio. Come sempre, tuttavia, la verità sta nel mezzo e ci sono persone che possono beneficiare dei preziosi effetti salutari mentre per altre una sola tazzina può provocare quasi solo danni. D’altro canto, una recente ricerca ritiene che molti di noi potrebbero assistere a miglioramenti cardiovascolari se prendessimo l’abitudine di consumare frequentemente una fumante tazza di tè. Ecco perché.
Tè contro il colesterolo?
Diversi studi hanno messo in evidenza come il caffè aiuti a migliorare i livelli di colesterolo nel nostro organismo. In precedenza, alcuni scienziati avevano ipotizzato che le foglie di tè riducessero significativamente il rischio di incappare in malattie cardiache e ictus grazie a una riduzione di colesterolo cattivo e placche aterosclerotiche. D’altro canto, per quanto riguarda i livelli di HDL, i pareri sono sempre stati contrastanti. Ora, però, un nuovo studio ha messo in luce un fatto ancor più sorprendente.
HDL e tè
Secondo un nuovo studio, il tè farebbe qualcosa di molto più importante nei confronti del colesterolo: ne rallenterebbe la normale diminuzione (dell’HDL) associata all’invecchiamento. Per arrivare a tali conclusioni, gli scienziati hanno preso in esame 80.000 persone della comunità Kailuan di Tangshan (Cina), per ben sei anni. Dai risultati è emerso che solo i grandi bevitori di tè assistevano al fenomeno HDL, nonostante l’età avanzata. Tutto ciò è anche collegato a minori possibilità (8%) di incappare in eventi cardiaci fatali.
Meglio tè verde o tè nero?
Le differenze sono poche ma sembra che quello verde sia leggermente più efficace. Tutti e due, comunque, contengono un’elevata quantità di antiossidanti come polifenoli e catechine. «Abbiamo osservato un'associazione significativa nei partecipanti allo studio che bevevano tanto tè, il che suggerisce che l'associazione osservata non può essere totalmente interpretata dallo stile di vita sano di qualcuno», ha dichiarato il dottor Xiang Gao, direttore del Nutritional Epidemiology Lab presso l’università statale della Pennsylvania.
I limiti dello studio
Nonostante i risultati positivi il lavoro scientifico non è privo di limiti. Il primo è che le informazioni riguardanti il consumo sono state auto-riferite e il secondo è che mancavano informazioni importanti sul regime alimentare seguito. «Tuttavia, i risultati rappresentano una grande coorte di individui che vivono in Cina e che consumano diversi tipi di tè e poco caffè», concludono i ricercatori. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of American Heart Association.