12 settembre 2024
Aggiornato 20:30
Quanto siamo umani?

Scoperta shock: più della metà del nostro corpo non è umano

La scienza è riuscita a comprendere che oltre la metà del nostro corpo non è di origine umana. La scoperta potrebbe ribaltare il senso della medicina

Prima che passiate alla lettura di un altro articolo, sappiate che non si tratta di una bufala. È proprio vero: più della metà del tuo corpo non è umano. E non si tratta né di uno scherzo, né di un’informazione campata in aria ma di una conclusione a cui sono giunti alcuni scienziati. Come ben si sa, negli ultimi anni la scienza si sta dando tanta pena per comprendere appieno il ruolo del microbioma umano sulla nostra salute. Ed è proprio durante questo genere di studi che si è potuto constare che noi, di umano, abbiamo ben poco.

Cellule umane?
Siete davvero certi che dentro il vostro corpo ci siano poi così tante cellule umane? Forse, apparentemente, sembra così. Ma a uno sguardo più attento si evince che queste fanno parte solo del 43% del nostro corpo. E il resto? Da dove viene? Probabilmente vi state già ponendo questa domanda: la risposta è semplice il restante 57% è formato da microscopi colonizzatori del corpo umano.

Addio malattie?
Secondo gli scienziati, se un giorno comprenderemo appieno il ruolo dei colonizzatori all’interno di un organismo umano, probabilmente riusciremo a combattere il 90% delle malattie conosciute fino a oggi. Dall’allergia al Parkinson, forse niente sarà più un segreto per la medicina.

Batteri e corpo umano
In sintesi, il microbiota umano è l’insieme di microorganismi simbiotici che popolano ogni più piccola parte del corpo, quindi non solo l’intestino come molti pensano. Questi infinitesimali colonizzatori danno luogo al cosiddetto microbioma ovvero la componente genetica batterica che influenza l’intero genoma umano. Una grande varietà di tali microorganismi (batteri, lieviti, funghi ecc) può proteggerci da molte malattie. Al contrario, una loro alterazione potrebbe causare tutta una serie di malattie. «Sono essenziali per la tua salute», spiega il professor Ruth Ley, direttore del dipartimento di microbiologia del Max Planck Institute, il quale ricorda che la maggior parte del corpo umano è formato da cellule batteriche e non da cellule umane.

Quanto sei umano?
La verità è che noi siamo poco umani e tanto batteri: «sei più microbo di quanto tu sia umano», ha commentato alla BBC il professor Rob Knight, della University of California di San Diego. Puoi lavarti in continuazione, ma quello che è certo è che in ogni angolo del tuo corpo cresceranno creature microscopiche. Tra queste batteri, virus, funghi e archaea (organismi originariamente classificati erroneamente come batteri).

Genoma umano?
Quando parliamo di DNA pensiamo a quello umano. Ma se si scandaglia il nostro corpo in profondità di vede che in questo caso di umano c’è ben poco. Se le cellule sono in minoranza, 43% umane e 47% batteriche, il genoma batterico è incredibilmente più ampio. Infatti, quello umano è composto da 20.000 istruzioni chiamate geni. Ma i geni microbici sono nella misura di 20 milioni di geni. Una cifra incredibile se rapportato al nostro insignificante DNA.

Il DNA è qualcosa di sconosciuto?
Ora abbiamo imparato a sequenziare il DNA ed è proprio grazie alle nuove tecnologie che ci siamo resi conto che il nostro genoma non è così limitato come abbiamo sempre creduto. «Non abbiamo un solo genoma, i geni del nostro microbioma rappresentano essenzialmente un secondo genoma che aumenta l'attività del nostro. Ciò che ci rende umani è, a mio avviso, la combinazione del nostro DNA, oltre al DNA dei nostri microbi», spiega il professor Sarkis Mazmanian, un microbiologo del Caltech, lui stesso asserisce che sarebbe davvero molto stupido pensare di avere dentro di noi un materiale microbico così vasto senza che esso interagisca con noi o che non abbia alcun effetto sui nostri corpi.

Ruoli inaspettati
«Stiamo scoprendo dei modi in cui queste minuscole creature trasformano totalmente la nostra salute in modi che non avremmo mai immaginato fino a poco tempo fa», spiega Knight. Secondo gli scienziati, dovremmo finalmente imparare a pensare ai microbi come qualcosa di totalmente diverso. Fin ad ora, infatti, il nostro rapporto è stato sostanzialmente in guerra. E proprio per questo motivo abbiamo formulato antibiotici e vaccini per combattere i batteri più pericolosi. E se da un lato questo ci ha portato a salvare un gran numero di vite, dall’altro ha distolto la nostra attenzione dalla realtà. Ecco perché alcuni ricercatori ritengono che il nostro assalto ai microbi cattivi abbia anche creato gravi danni alla salute, inibendo quelli buoni che costruiscono il corpo umano giorno per giorno.

Dobbiamo cambiare strategia
«Negli ultimi 50 anni abbiamo fatto un lavoro eccezionale per eliminare le malattie infettive. Ma abbiamo visto un aumento enorme e terrificante delle malattie autoimmuni e delle allergie. Il lavoro sul microbioma è quello di vedere come i cambiamenti nel microbioma, che sono accaduti in seguito al successo che abbiamo avuto combattendo gli agenti patogeni, hanno ora contribuito a una nuova serie di malattie che dobbiamo affrontare», ha dichiarato il professor Ley. Tra i vari studi sul microbioma sono emerse nuove ipotesi e spunti molto interessanti. Sembra essere infatti correlato alle malattie infiammatorie intestinali, al morbo di Parkinson, alla depressione, all’autismo, alle malattie metaboliche, cardiovascolari, all’obesità e persino al cancro.

La dieta influenza il microbiota
Numerosi studi hanno confermato come la dieta che seguiamo ogni giorno influenzi il nostro microbiota, ciò significa che verrà condizionato anche il nostro stato generale di salute. Ma non solo: i trapianti fecali – oggi utilizzati anche in alcuni ospedali italiani per il trattamento di batteri resistenti - hanno dimostrato che possono modificare persino la costituzione di una persona. Potenzialmente, quindi, una persona obesa potrebbe diventare magra grazie a un trapianto fecale fornito da un soggetto che non prende facilmente peso. Il professor Knight ha condotto esperimenti proprio in tal senso.

Topi sterili
Per comprendere il ruolo dei colonizzatori del corpo umano, il dottor Knight ha condotto un esperimento rendendo i topi totalmente sterili da qualsiasi microbo simbiotico e poi ha introdotto loro batteri specifici. «Siamo stati in grado di dimostrare che se prendi gli umani magri e obesi e prendi le loro feci e trapianti i batteri nei topi, puoi rendere il topo più magro o più grasso a seconda del microbioma che ha ricevuto», spiega Knight.

C’è chi fa di meglio
Il dottor Trevor Lawley delWellcome Trust Sanger Institute, sta cercando di far crescere l'intero microbioma da pazienti sani in persone malate. «In uno stato malato potrebbero mancare dei microbi e quindi bisogna reintrodurli». Ci sono prove crescenti che indicano che malattie infiammatorie intestinali potrebbero regredire grazie a un trapianto fecale fornito da un soggetto sano. «Penso che molte malattie che studiamo da tempo saranno definite miscele di microbi, forse 10 o 15 che stanno entrando in un paziente», ha spiegato Lawley. «È incredibile pensare che ogni cucchiaino delle tue feci contenga enormi quantità di dati relativi al DNA di quei microbi, la stessa quantità che si potrebbe inserire (letteralmente) in una tonnellata di DVD. Quindi ogni volta che stai scaricando dati - per così dire -  stai semplicemente veicolando quelle informazioni», ha dichiarato Knight. A suo avviso, in un futuro non troppo lontano, le nostre feci ci consentiranno di capire se siamo veramente in salute o se siamo a rischio di qualche patologia.