27 agosto 2025
Aggiornato 21:00
Cellule staminali resettano il sistema immunitario

Sclerosi multipla, è iniziata la rivoluzione nella cura

Grazie alle cellule staminali si ritiene sia possibile resettare il sistema immunitario e invertire i sintomi della sclerosi multipla

Effetti della SM nel cervello
Effetti della SM nel cervello Foto: sfam_photo | shutterstock.com Shutterstock

CHICAGO – Gli scienziati della Feinberg School of Medicine della Northwestern University di Chicago (Usa) hanno scoperto che per mezzo di un'infusione (o trapianto) di cellule staminali, i pazienti affetti da sclerosi multipla (SM) possono resettare il loro sistema immunitario, e pertanto potenzialmente invertire i sintomi della malattia – che essendo una patologia autoimmune, si ritiene tra l'altro causata da una reazione anomala proprio del sistema immunitario.

Fermare l'attacco
Il dottor Richard Burt, specialista in cellule staminali, e colleghi hanno condotto uno studio clinico randomizzato coinvolgendo 110 pazienti a cui è stata diagnosticata una sclerosi multipla recidivante-remittente. Partendo da un precedente studio del 2015, sempre a cura del dott. Burt, il nuovo lavoro è concentrato sulle cellule immunitarie come trattamento per la malattia. I nuovi e attesti dati, che tuttavia non sono stati ancora pubblicati o revisionati da esperti del settore, sono stati presentati domenica scorsa alla Società europea per il trapianto di ossa e midollo in Portogallo. Obiettivo principale dello studio era fermare «l'attacco [del sistema] immunitario al cervello», ha spiegato il dottor Burt.

Lo studio
Per questo nuovo lavoro, i ricercatori hanno utilizzato delle cellule staminali prelevate dai partecipanti, che sono state raccolte 10 giorni dopo l'inizio di un regime farmacologico e poi reintrodotte tramite infusione. Gli scienziati hanno poi confrontato il trapianto di cellule staminali con la migliore terapia farmacologica disponibile per ciascun paziente, in base a quanto determinato da un neurologo. Il progetto ha permesso ai neurologi di valutare i dati al buio su quali pazienti hanno ricevuto un trapianto o un regime farmacologico standard approvato. L'intento dei ricercatori era osservare e valutare se il trapianto peggiorasse o meno i sintomi neurologici.

I risultati
In base a quanto riportato sull'abstract della presentazione dello studio, si è osservato come circa il 60% dei partecipanti che hanno ricevuto solo la terapia farmacologica non abbiano ottenuto un miglioramento dei sintomi, misurato dai neurologi su scale standardizzate. Mentre solo 3 pazienti su 52 (il 6%) dei pazienti che hanno ricevuto il trapianto non ha ottenuto benefici, tutti gli altri sì. Infine, altre misurazioni hanno favorito i risultati del gruppo cellule staminali, ha dichiarato Burt. In base a tutti i parametri dei risultati, quelli ottenuto con il trapianto sarebbe stato superiore. Il primo autore dello studio ha tuttavia detto che prima di parlare di reale 'cura' in termini di inversione della disabilità o di rallentamento della progressione della malattia, si dovrà attendere i dati definitivi. Anche se molti pazienti sottoposti al trapianto pare abbiano gridato 'al miracolo'.

La svolta
Molti esperti hanno definito la scoperta di Burt e colleghi come un punto di svolta per i pazienti con sclerosi multipla resistente e invalidante. Gli esperti ricordano che oggi gli unici trattamenti sono quelli che impiegano gli immunosoppressori, che però hanno numerosi e pesanti effetti collaterali – per esempio una maggiore sensibilità alle infezioni. Il trattamento con le staminali potrebbe essere una valida opzione per i pazienti che non rispondono ai trattamenti tradizionali o farmacologici, e non solo. Ora si dovrà valutare se i risultati ottenuti con il trapianto sono duraturi nei pazienti su cui è stato condotto lo studio, ma i ricercatori sono molto ottimisti.