25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Diabete non diagnosticato

Scoperta shock del DiaDay, oltre 4.000 italiani non sapevano di avere il diabete

Sono più di 4mila i casi di diabete non diagnosticato emersi dal DiaDay. Ma i diabetici inconsapevoli in Italia possono essere molti milioni

Glicemia e diabete
Glicemia e diabete Foto: Shutterstock

ROMA – La prevenzione è tutto. Gli specialisti non si stancheranno mai di ripeterlo. E il caso emerso in seguito alla campagna Federfarma DiaDay, il primo screening nazionale del diabete eseguito gratuitamente nelle farmacie dal 14 al 24 novembre, ne è la prova lampante. Durante queste 11 giornate, infatti, sono saltati fuori – e proprio il caso di dirlo – oltre 4.000 casi di diabete non diagnosticato e i quasi 19 mila casi di prediabete.

Grande soddisfazione per la campagna
La campagna ha visto la mobilitazione di 5.600 farmacie sul territorio nazionale e ha permesso di sottoporre a test oltre 160mila persone. I risultati di questi testi sono stati presentati ieri a Roma, in una conferenza stampa ospitata a Palazzo Madama su iniziativa dell’intergruppo parlamentare 'Qualità della vita e Diabete', presieduto dal senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, vicepresidente della Fofi. «Il setaccio dello screening ha intercettato più di 4.000 persone con diabete conclamato ma ignare di essere malate, che ora sono nelle condizioni di affrontare adeguatamente la malattia ed evitarne le pericolose complicanze – ha commentato Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar, la sigla delle farmacie rurali di Federfarma – Un risultato che, in sé,  ha un enorme significato sociale e sanitario e che ha anche il merito di ribadire lo straordinario potenziale delle farmacie, i presidi sanitari di prossimità distribuiti più capillarmente sull’intero territorio nazionale, nelle attività di prevenzione».

Le farmacie per l'attività di prevenzione
Soddisfazione anche da Federfarma, espressa a voce del Presidente Marco Cossolo: «I risultati del DiaDay non toccano solo la sfera della salute individuale, perché evitare che il soggetto prediabetico diventi diabetico o che chi è diabetico sviluppi complicanze, fa risparmiare il Ssn, riducendo il numero dei ricoveri, delle analisi, dei farmaci». Cossolo ha poi sottolineato come la campagna DiaDay sia stata «una dimostrazione concreta di come la rete capillare delle farmacie possa utilmente contribuire all’attività di prevenzione sul territorio».

Un milione e mezzo di diabetici ignari
Se si conta che i 4.415 casi di diabete non diagnosticato scoperti su 160mila cittadini sottoposti a screening rappresenta una percentuale del 3% sulla popolazione italiana, secondo Paolo Brunetti, presidente dell’Aild, l’Associazione italiana Lions per il diabete che insieme alla Sid, la Società italiana di diabetologia, ha collaborato alla campagna DiaDay, si tratta di una percentuale assai rilevante. Se questa viene proiettata sull’intera popolazione nazionale, ricorda il presidente della Sid Giorgio Sesti, si arriva facilmente a concludere che in Italia ci sono almeno 1 milione e mezzo di cittadini che sono diabetici conclamati senza sapere di esserlo. «Il valore di una diagnosi precoce – sottolinea Paolo Brunetti – risiede nella maggiore probabilità di prevenire o ritardare, con una terapia farmacologica instaurata tempestivamente, l’insorgenza delle complicanze cardiovascolari, oculari, renali e neurologiche che rendono temibile la malattia».

Decine di migliaia i prediabetici
Il DiaDay ha anche evidenziato come vi siano circa 19mila persone affette da prediabete, a fronte di una glicemia compresa fra 100 e 124 mg%. Queste sono pari a oltre il 13% della popolazione esaminata, un numero decisamente elevato. Senza contare poi la quota altrettanto elevata di soggetti che con valori della glicemia inferiori a 100 mg%, e dunque considerati normoglicemici, hanno un rischio elevato di sviluppare il diabete in tempi relativamente brevi. «In tutti questi è possibile realizzare l’ambizioso obiettivo di prevenire l’insorgenza della malattia attraverso l’educazione a un corretto stile di vita sotto il profilo alimentare e motorio», precisa Brunetti. Ricordando poi come «l’età avanzata, la familiarità diabetica e l’obesità addominale appaiono i principali fattori di rischio per lo sviluppo della malattia».

Milioni le persone a rischio
In definitiva, i dati emersi dal DiaDay rivelano che esiste un numero pari a circa 7,5 milioni di persone con una condizione a rischio di malattia metabolica come il diabete. Per tutti questi, anche se non lo sanno, è importante sottoporsi regolarmente ai test per il controllo della glicemia, almeno ogni 6-12 mesi. L'avviso vale soprattutto per tutti coloro che sono in sovrappeso o che seguono stili di vita errati.