29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Malattie metaboliche: il diabete

Giornata mondiale del diabete: il caffè riduce il rischio di ammalarsi

In occasione della Giornata Mondiale del Diabete, un nuovo studio mostra che il caffè può ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Ecco perché

Caffè e diabete
Caffè e diabete Foto: sebra | shutterstock.com Shutterstock

Scienziati riuniti per l’incontro annuale dell’Associazione europea per lo studio del diabete (EASD) a Berlino per discutere le ultime ricerche hanno appreso, durante la presentazione di un nuovo studio, che il caffè può ridurre il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Una buona notizia per gli amanti della ‘tazzina’ e tutti coloro che potrebbero avere dei problemi metabolici.

Le ricerche sul caffè
Durante l’incontro è stato organizzato un simposio a cura dell’Istituto per l’informazione scientifica sul caffè (ISIC). Qui sono stati presentati i risultati di uno studio che ha preso in esame le ultime ricerche scientifiche sull’associazione tra consumo di caffè e rischio di diabete di tipo 2. Tra questa vi era anche una metanalisi dal titolo ‘Consumo di caffè e rischio ridotto di sviluppare il diabete di tipo 2’ (Coffee consumption and reduced risk of developing type 2 diabetes) che ha esaminato 30 studi prospettici, per un totale di 1.185.210 partecipanti.

Gli effetti meccanicistici
In questo studio, il prof. Kjeld Hermansen e colleghi hanno esplorato le potenziali prospettive meccanicistiche dietro l’associazione inversa che vi è tra il consumo di caffè e il diabete di tipo 2. Si è cercato di comprendere come l’assunzione della bevanda avesse effetti sul metabolismo e la gestione della glicemia. I risultati dell’analisi hanno permesso ai ricercatori di scoprire che dietro a questa potenzialità di prevenzione del diabete vi possono essere coinvolti diversi fattori. Tra questi, un effetto antiossidante, un effetto antinfiammatorio, effetti termogenici o la modulazione della diversità del microbioma offerti dal caffè. I ricercatori, in questa ricerca si sono anche soffermati sui composti del caffè come l’acido caffeico e il cafestol e sui loro effetti sull’organismo.

I risultati
Le metanalisi svolte dai ricercatori e i risultati hanno in sostanza suggerito che bere 3-4 tazze di caffè al giorno era associato a un rischio inferiore di circa il 25% di sviluppare il diabete di tipo 2. Una maggiore assunzione di caffè evidenziava una relazione inversa con il rischio di malattia, cosa che si verificava sia negli uomini che nelle donne. Ma, in questo caso, pare non sia la caffeina l’ingrediente chiave: infatti sia il caffè normale che il caffè decaffeinato sono stati associati dalla metanalisi a un ridotto rischio di diabete di tipo 2. Tra i componenti del caffè che possono avere un ruolo in questo effetto protettivo, i ricercatori ritengono vi siano – oltre alla caffeina – gli acidi idrossicinnamici: in particolare acido clorogenico e trigonellina. E poi diterpeni come cafestol e kahweol e, infine, acido caffeico. Per maggiori informazioni sulla Giornata Mondiale del Diabete: http://www.diabeteitalia.it/gmd/.