27 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Lo Smartwatch gli salva la vita

Stava per avere un’embolia: lo smartwatch lo salva

Uno smartwatch salva un giovanissimo ragazzo che stava per avere un’embolia. Il creatore dell’applicazione l’aveva ideata per evitare a chiunque una tragica morte come quella del padre

Lo Smartwatch gli salva la vita
Lo Smartwatch gli salva la vita Foto: Shutterstock

Lo ha definito uno stupido computer da polso ma è grazie a questo se il reporter americano James Green ora è vivo. L’uomo aveva già avuto in passato un’embolia polmonare e, per precauzione, indossava uno smartwatch di uso comune per il controllo dei battiti cardiaci. Ma mai avrebbe pensato che un giorno un semplice orologio potesse salvargli la vita. Ecco tutti i dettagli della vicenda.

Incredibile ma vero
James Green ha solo 28 anni ma un passato davvero turbolento. Non tanto tempo prima, infatti, era stato ricoverato d’urgenza a causa di un’embolia polmonare. Quasi per gioco, però, teneva sempre un computerino sul polso per tenere sotto controllo i suoi battiti cardiaci. «Tenevo sotto controllo le mie pulsazioni da quando avevo avuto una precedente embolia polmonare», ha dichiarato Green al Telegraph.

L’app che gli salva la vita
il 28enne americano aveva installato nel suo smartwatch un’applicazione denominata HeartWatch. Il suo compito è quello di monitorare costantemente la frequenza cardiaca. Invia anche delle notifiche in caso di anomalie. L’utente, infatti, può persino impostare delle soglie limite che ritiene pericolose per il suo stato di salute. E così ha fatto James.

Una notifica strana
Quel giorno Green riceve una notifica dal suo Apple Watch. «Ho ricevuto una notifica che mi segnalava una frequenza cardiaca costantemente al di sopra del mio standard a riposo, quando avevo trascorso tutto il tempo seduto alla scrivania. Insieme ad altri sintomi, è risultato il dato decisivo che mi ha spinto ad agire, ho capito che non si trattava di un attacco di panico, stava succedendo qualcosa», racconta il reporter.

Ricoverato d’urgenza
Il ragazzo insospettito dall’anomalia cardiaca decide di recarsi al pronto soccorso. Solo lì, i medici comprendono che effettivamente c’è qualcosa che non va. In seguito a un controllo accurato i medici hanno potuto constatare la presenza di coaguli sanguini. «Il mio medico ha detto che se avessi temporeggiato ancora sarebbe stato fatale», continua Green «Mi ha fornito i dati necessari per capire che non si trattava solo di un attacco di panico. Mi ha spinto a cercare di capire quale fosse il problema», racconta il ragazzo immensamente grato agli sviluppatori dell’applicazione.

Grazie a David Walsh
La storia è divenuta virale nel giro di breve tempo tant’è vero che è venuto a saperlo persino uno dei più importanti sviluppatori di HeartWatch: David Walsh. Anche lui non ha dato vita all’app a caso: la sua scelta è stata dettata da un tragico evento: la morte di suo padre. Deceduto all’età di soli 56 anni a causa di un attacco cardiaco, voleva ideare uno strumento utile in grado di tenere sempre sotto controllo l’andamento dell’apparato cardiovascolare. Non appena ha saputo della storia di James Green è stato felicissimo di constatare che la sua creazione sia stata indispensabile a salvare la vita di una persona. «Alcuni medici la consigliano ai pazienti e quando mi giungono storie come questa mi commuovo».

Il messaggio su Twitter
James, dopo aver capito di essere stato salvato da una semplice applicazione, ha voluto condividere la sua storia su Twitter e il messaggio appare forte e chiaro: «Non avrei mai pensato che uno stupido computer da polso, comprato due anni fa, mi potesse salvare la vita». A volte sono le cose più semplici che ci permettono di vivere meglio. Ed è evidente che un’applicazione di questo genere è uno dei migliori candidati per farlo.