Se fai un figlio puoi morire per infarto o ictus?
Secondo uno studio partorire è associato con un rischio del 14% più alto di malattie cardiache e ictus. Ma è proprio così
Già la natalità in Italia è ai minimi storici, se poi ci si mettono anche certi studi a fare del ‘terrorismo psicologico’ insinuando che avere figli fa venire malattie cardiache e ictus, allora qui si mette male. Eppure, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Preventive Cardiology – una rivista della Società Europea di Cardiologia (ESC) – partorire sarebbe proprio associato a un rischio del 14% più alto di sviluppare malattie cardiovascolari o essere vittime di un ictus.
Meccanismi complessi
«I meccanismi alla base delle associazioni che abbiamo osservato sono complessi – ha dichiarato l’autore dello studio il dottor Wang Dongming, della School of Public Health, Tongji Medical College, Huazhong Università della Scienza e della Tecnologia, Wuhan, Cina – La gravidanza può portare a infiammazione nel corpo e all’accumulo di grasso intorno all’addome, nel sangue e nelle arterie. Questi cambiamenti potrebbero avere effetti permanenti sul sistema cardiovascolare, portando a un più alto rischio di infarto e ictus più tardi nella vita». L’ipotesi è basata sulla, pur vera, constatazione che il cuore lavora di più durante la gravidanza per soddisfare le esigenze della madre e del feto. Tuttavia, l’impatto della gravidanza sullo sviluppo di successive malattie cardiache è controverso.
Lo studio
Gli scienziati hanno raccolto dati provenienti da tutto il mondo per condurre una meta-analisi che ha preso in considerazione 10 studi, i quali hanno coinvolto 3.089,929 donne. Durante un periodo di follow-up medio di 6 a 52 anni, 150.512 donne hanno sviluppato una malattia cardiovascolare o sono state vittime di un ictus. L’analisi complessiva ha identificato una significativa associazione tra il parto e il rischio di malattie cardiovascolari. Le donne che avevano partorito avevano 14% maggiori probabilità di sviluppare malattie cardiache o ictus rispetto a quelle che non avevano mai partorito.
L’associazione parto/cuore
Quando il dottor Dongming e colleghi hanno analizzato l’associazione in base al numero delle nascite, si è evidenziato un rapporto di forma di J. Ogni nascita è stata associato con un 4% di maggiori probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, indipendentemente dall’indice di massa corporea (BMI), la presenza di diabete e ipertensione, il vizio del fumo e il reddito. Relazioni simili sono state osservati per diversi tipi di malattie cardiovascolari, con ogni nascita viva che è stata associata a rischi del 5% e del 3% in più malattia coronarica, del cuore e ictus, rispettivamente. «I medici hanno un ruolo da svolgere – ha sottolineato il dottor Dongming – Le donne devono sapere che avere figli può aumentare la loro possibilità di futura malattia di cuore o ictus, e che più gravidanze potrebbero essere sempre più rischiose. La buona notizia è che ci sono moltissime cose che le donne possono fare per prevenire le malattie cardiovascolari. La gravidanza è un buon momento per sbarazzarsi delle cattive abitudini di vita – prosegue Dongming – Così smettere di fumare, fare esercizio fisico regolare, mangiare cibi sani e tenere sotto controllo l’aumento di peso. Mantenere queste abitudini dopo la gravidanza, fare più esercizio per ridurre il grasso addominale e osservare il contenuto di grassi nella dieta per mantenere i lipidi nel sangue a un livello sano».
Riferimento: Wenzhen Li et al. ‘Parity and risk of maternal cardiovascular disease: A dose–response meta-analysis of cohort studies’ – European Journal of Preventive Cardiology (2018). DOI: 10.1177/2047487318818265.
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