Muore a 9 anni per un pancake preparato dal papà. Ecco cosa è accaduto
Una bimba londinese di 9 anni muore per shock anafilattico dopo aver mangiato un pancake preparato dal papà. L’inutile corsa disperata in ospedale. La storia

LONDRA – Era un sabato mattina come un altro, quello che si stava trascorrendo in famiglia Tikoo, con mamma, papà e la piccola Nainika di nove anni. Per rendere più gioioso questo giorno in cui non c’è scuola, papà e figlia decidono di preparare dei dolci pancake insieme. I genitori sapevano dell’allergia della piccola a certi alimenti come il latte e le uova, e sapevano come preparare i cibi affinché non si verificasse una reazione allergica. Nonostante ciò, quando la bambina, tutta entusiasta del lavoro di cucina, ha assaggiato il pancake si è subito sentita male.
Il dramma
Il papà do Nainika ha immediatamente compreso quello che stava accadendo alla figlia, e ha con sgomento assistito a quelle che era una grave reazione allergica. Allora si è subito precipitato prestarle soccorso. Nel frattempo ha chiamato i soccorsi e la moglie. Quest’ultima, quando è rientrata a casa si è trovata di fronte a una scena drammatica: la piccola era sdraiata sul pavimento con i medici che stavano tentando disperatamente di rianimarla. Solo che Nainika non reagiva e la situazione stava peggiorando. A quel punto i soccorritori hanno deciso di trasportarla velocemente all’ospedale più vicino. Una volta arrivata al Pronto Soccorso con codice rosso, i medici hanno tentato l’impossibile per salvarla.
La fine di tutto
Dopo una prima speranza, avuta dal fatto che la grave crisi era rientrata, è arrivata la doccia fredda: Nainika aveva riportato danni irreversibili, in particolare al cervello, rimasto per troppo tempo senza ricevere ossigeno. Ricoverata in rianimazione, due giorni dopo è stata dichiarata la morte cerebrale, poi, nelle ore successive i genitori disperati hanno comunque dovuto prendere la terribile decisione di staccare la spina. Dopo il dramma mamma e papà di Nainika hanno aperto una fondazione a suo nome al fine di sensibilizzare e finanziare la ricerca sulle allergie. In pochi giorni i due genitori hanno raccolto circa 14mila sterline. «Siamo determinati a parlare in suo nome per impedire a qualsiasi altra famiglia di attraversare un dolore devastante come il nostro – racconta ai media locali la madre – Così abbiamo capito che molti genitori stanno lottando con le allergie dei loro bambini e abbiamo bisogno di fare qualcosa per aiutarci».
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