29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Cibo e cervello

Mangi per dimenticare? Fa male al cervello

Buttarsi nel cibo ogni qualvolta ci troviamo costretti ad affrontare una situazione spiacevole può portare a danneggiare il cervello e aumentare il rischio di obesità

Mangiare per dimenticare danneggia il cervello
Mangiare per dimenticare danneggia il cervello Foto: Shutterstock

Quando ci si deve scontrare con situazioni difficili, tutti noi cerchiamo di risalire a galla adottando tutta una serie di stratagemmi che ci portano a superare il momento di crisi. Non tutti i metodi, però, funzionano al meglio. Anzi, in alcuni casi si possono fare ancora più danni di quelli che già c’erano in precedenza. Uno dei metodi peggiori è buttarsi a capofitto sul cibo. Ecco perché.

Un circolo vizioso
Il cibo migliora davvero l’umore? Secondo alcuni scienziati sì. Alcuni alimenti come la cioccolata, per esempio, contengono una sostanza che migliora la secrezione di serotonina, l’ormone della felicità. Tuttavia, buttarsi a capofitto nel cibo, potrebbe essere controproducente. Mangiare quantità eccessive di cibo, infatti, danneggia una parte del cervello deputata ai ricordi inducendo un circolo vizioso.

Junk food e serotonina
E’ uno dei comportamenti più classici: si mangia tanto e, soprattutto, si mangia male arrivando a intasare il sistema digestivo con dosi elevati di junk food e cioccolata. Anche in questo caso è merito della maggior secrezione di serotonina che innesca il cosiddetto circuito della ricompensa. Più si mangiano schifezze più si ha voglia di mangiarne altre perché tali alimenti ci fanno sentire meglio. Ma questo modo di fare danneggia anche il cervello.

Un’alterata capacità di ricordare
Secondo quanto emerge dalla ricerca pubblicata recentemente su Appetite, chi mangia in maniera disordinata e, soprattutto incontrollata, danneggia la capacità di ricordare. In pratica ci si tuffa nel cibo per dimenticare emozioni negative ma così facendo il nostro cervello modifica la capacità di ricordare. In particolare sopprime quella specifica capacità cerebrale che permette di ricordare gli eventi spiacevoli che ci hanno indotto ad abbuffarci. Il risultato? Ricadute più che negative sul nostro benessere generale.

Le volte successive sarà peggio
Annegando le nostre emozioni nel cibo, seppelliamo anche i ricordi spiacevoli. E se da un lato il tutto può sembrare positivo, dall’altro in futuro si potrebbero avere ripercussioni negative. Il motivo è molto semplice: il nostro corpo, al prossimo momento di tristezza, adotterà lo stesso stratagemma che pare aver funzionato. E siccome la vita non è tutta rose e fiori passeremo gran parte del tempo a mangiare ogni qualvolta ci troviamo di fronte a una delusione. Il risultato? Un maggior rischio di sovrappeso, obesità e tutti i problemi del caso come malattie cardiovascolari e sindromi metaboliche. Insomma, meglio affrontare i problemi a testa alta: tutti sappiamo che solo il tempo può guarire le ferite. Anche quelle più profonde.