5 cose che dovresti sapere sugli antibiotici e la resistenza di batteri e superbatteri
Dietro ai superbatteri antibiotico-resistenti spesso c’è l’abuso o l’uso scorretto degli antibiotici. Ecco cinque cose che forse non si sanno o si dovrebbero sapere per evitare problemi e infezioni incurabili

ROMA – E’ di poco tempo la notizia che nel miele sono stati trovati dei componenti che potrebbero contrastare i superbatteri resistenti agli antibiotici. Ma la resistenza a questi farmaci spesso è provocata da noi stessi, che abusiamo o non usiamo correttamente gli antibiotici. Di seguito cinque fatti presentati da The Health Site che dovremmo conoscere per evitare problemi e infezioni incurabili.
1. L’uso eccessivo di antibiotici uccide anche i batteri buoni e quelli sensibili al farmaco. Questa situazione lascia campo libero alla proliferazione dei batteri resistenti, dato che vi è una selezione naturale che fa sparire anche quelli che potrebbero contrastarli. Da qui si sviluppa la resistenza agli antibiotici. Il risultato è che i batteri che sopravvivono si moltiplicano e divengono più patogeni e mortali [1].
2. L’eccessiva disponibilità di antibatterici da banco o OTC (senza bisogno di prescrizione medica), e l’uso non regolamentato di questi, è una delle ragioni principali che hanno promosso l’uso eccessivo di antibiotici, aumentando così il rischio e la diffusione della resistenza batterica [1].
3. Le prescrizioni mediche eccessive e errate sono un altro fattore di aumento della resistenza agli antibiotici. Secondo uno studio [2], il trattamento con gli antibiotici, la scelta dei farmaci e la durata della terapia non sono corretti dal 30% al 50% dei casi. Ne consegue un aumento del rischio e dei casi di resistenza.
4. Gli antibiotici sono ampiamente usati negli allevamenti intensivi di bestiame che poi finisce sulle nostre tavole. Quando si mangia carne (specie di pollo) che è stata infettata da batteri resistenti c’è il serio rischio di esserne contagiati. E poiché sono resistenti, si ha il rischio di non guarire dall’infezione o portarne serie conseguenze. Tutto ciò è stato dimostrato da uno studio [3] che ha trovato elevati tassi di resistenza agli antibiotici nella flora intestinale sia negli animali da fattoria che negli allevatori.
5. Se per disgrazie si contrare un’infezione da batteri resistenti agli antibiotici, si avrà necessità di farmaci più forti poiché quelli comuni non funziona più [1]. Questo potrebbe comportare infezioni che durano più a lungo, l’aggravamento della malattia, un ricovero più lungo in ospedale e altre complicazioni più o meno serie.
In conclusione, prima di assumere un antibiotico è bene pensarsi due, o anche tre, volte. Se non è strettamente necessario e consigliato dal medico, evitare sempre. Spesso ci sono altre soluzioni che possono fare al caso e non mettono in pericolo di sviluppare una resistenza. Gli esperti ricordano poi che in caso di infezioni da virus gli antibiotici non servono, dato che attaccano solo i batteri.
Riferimenti:
[1]. Read AF, Woods RJ. Antibiotic resistance management. Evol Med Public Health. 2014 Oct 28;2014(1):147. doi: 10.1093/emph/eou024. PubMed PMID: 25355275; PubMed Central PMCID: PMC4228198.
[2]. Centers for Disease Control and Prevention, Office of Infectious Disease Antibiotic resistance threats in the United States, 2013. Apr, 2013.
[3.] Golkar Z, Bagasra O, Pace DG. Bacteriophage therapy: a potential solution for the antibiotic resistance crisis. J Infect Dev Ctries. 2014 Feb 13;8(2):129-36. doi: 10.3855/jidc.3573. Review. PubMed PMID: 24518621.
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