19 marzo 2024
Aggiornato 03:30
Morbillo emergenza

Monza, il bimbo leucemico ucciso dal morbillo: non sono stati i fratelli e niente contagio in ospedale

Smentite le voci per cui il bimbo malato di leucemia sarebbe stato contagiato dai fratelli non vaccinati. Anche le autorità assicurano che il piccolo non si è preso la malattia in ospedale

Morbillo, una malattia tornata in auge
Morbillo, una malattia tornata in auge Foto: Shutterstock

MONZA – Il piccolo malato di leucemia, che stava guarendo, ma che è stato stroncato da un’infezione, non si è preso il morbillo in ospedale né dai fratelli non vaccinati (come in un primo tempo si era detto), così come confermato anche dal professor Andrea Biondi, primario della Clinica Pediatrica del San Gerardo di Monza: «I fratellini non c’entrano nulla con il morbillo – ha spiegato – I fratellini hanno avuto il morbillo in un secondo momento». La stessa cosa ha assicurato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera che, dopo aver interpellato i primari dell’ospedale San Gerardo, ha confermato che all’interno della struttura «sono state attivate tutte le misure per proteggere il piccolo da contaminazioni di qualsiasi natura, non solo dal morbillo». Per questo, il contagio non è avvenuto in ospedale, anche perché, per via del periodo d’incubazione, deve essere avvenuto prima.

Una provincia particolarmente colpita
Il virus del morbillo sta facendo parlare molto di sé in questi mesi, per via dei numerosi casi che sono scoppiati – anche a causa della ridotta copertura vaccinale e del cosiddetto effetto gregge. Dal gennaio scorso, secondo i dati di Epicentro il portale dell’ISS, i casi di morbillo sono stati oltre 3.000 in tutta Italia, tuttavia ci sono zone più colpire come proprio la provincia di Monza e Brianza, che attesta come seconda per numero di contagi – di cui 462 nella sola Lombardia. Proprio la consapevolezza di questa situazione ha fatto mettere in moto tutte le misure necessarie a proteggere il piccolo leucemico dalle minacce per il suo sistema immunitario compromesso.

Non si sa
Alla domanda di dove realmente il bambino deceduto si sia preso il virus del morbillo, le autorità sanitarie ancora non sanno rispondere. Ma, di certo, gli operatori del reparto di emato-oncologia pediatrica dell’ospedale o degli ambulatori day hospital del Centro Maria Letizia Verga, dove era in cura, escludono che il contagio sia avvenuto lì. Anche la struttura stessa dell’ospedale e i reparti di degenza in cui si trovano i bambini malati di tumore sono studiati in modo che sia escluso qualsiasi tipo di contagio da agenti esterni. Nonostante nell’ospedale vi siano stati dei casi di morbillo a febbraio, è praticamente impossibile che il bimbo si sia preso lì l’infezione – avvenuta a metà marzo. Inoltre, tutte le azioni di contenimento dell’infezione e di profilassi adottate a suo tempo hanno fatto sì che si impedisse una diffusione dell’epidemia nonostante i numerosi accessi al pronto soccorso del centro pediatrico. In sostanza, se non si riesce a trovare un ‘colpevole’ in carne e ossa, resta soltanto la mancata immunità di gregge a spiegare il dramma di Monza. Se i sani sono vaccinati, anche quei pochi che non possono esserlo rimangono protetti.