12 ottobre 2025
Aggiornato 05:00
Vaccini

Bimbo leucemico muore a Monza per morbillo

Un bimbo di 6 anni è morto a Monza per complicanze da morbillo. Ne dà notizia l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera: «L’immunità di gregge, cioè la copertura vaccinale a tutela di chi non può vaccinarsi, avrebbe potuto salvarlo»

Vaccinazioni
Vaccinazioni Foto: Shutterstock

MONZA – La piccola vittima del morbillo era ricoverata dal 15 marzo scorso nel reparto di rianimazione dell’Ospedale San Gerardo di Monza. Ora è morto, a soli 6 anni, «per complicanze polmonari e cerebrali da morbillo». A dare la notizia è l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera che, ne suo profilo Facebook scrive: «È morto oggi, per complicanze polmonari e cerebrali da morbillo. […] L’immunità di gregge, cioè la copertura vaccinale a tutela di chi non può vaccinarsi, avrebbe potuto salvarlo». Il bimbo infatti sarebbe stato contagiato dai fratelli maggiori non vaccinati. Secondo le autorità sanitarie, nonostante il sistema immunitario del piccolo fosse compromesso dalla malattia, i genitori pare avessero preferito non vaccinare anche i due fratelli maggiori, nonostante non avessero di questi problemi. E così quello che nessuno si aspettava è accaduto. Immediata la reazione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin che, a caldo, commenta: «È dolorosissimo commentare la morte del bimbo di 6 anni a Monza che si sarebbe probabilmente salvato dalla leucemia ma che il morbillo ha ucciso perché essendo malato non poteva essere vaccinato. Succede, come dice la scienza, quando manca l’immunità di gregge. Non serve aggiungere parole, bisogna rispettare la medicina e le verità scientifiche per fare il bene dei nostri figli. Sono vicina ai genitori e al loro immenso dolore».

L’importanza dell’immunità di gregge
Da quando è battaglia sulle vaccinazioni si sente spesso parlare di immunità di gregge. Ovvero quella condizione che offre in qualche modo la protezione anche a chi non è vaccinato grazie alla copertura vaccinale di almeno il 95% della popolazione. Se le cose stessero così, molte persone – specie bambini – eviterebbero di essere contagiati ogni anno. «La storia di questo piccolo affetto da leucemia – ha sottolineato l’assessore Gallera – è l’esempio di come l’immunità di gregge sia fondamentale per la protezione di coloro che, per la loro malattia o per lo stato di trattamento in cui si trovano, non sono protetti, anche quando fossero vaccinati dal morbillo così come da altre malattie infettive».

Il caso particolare del bimbo
Come accennato, il bimbo «era affetto da una leucemia linfoblastica acuta, malattia che oggi ha una probabilità di guarigione in oltre 85% dei casi con forme simili – ha aggiunto Gallera – Il 15 marzo, per il sospetto di infezione da morbillo (diagnosi confermata il 16 marzo), è stato trasferito in terapia intensiva per il peggioramento progressivo del quadro polmonare con necessità di assistenza respiratoria. È stato intubato e successivamente è iniziata l’assistenza mediante ECMO per insufficienza cardiaca o respiratoria, proseguita fino alla data di oggi. Ci tengo a sottolineare – ha poi concluso l’assessore – come solo l’immunità di gregge, cioè la vaccinazione di oltre il 95% dei bambini, sia l’unica strada per tutelare soggetti immunodepressi o che hanno contratto malattie come nel caso del piccolo del San Gerardo, che per queste ragioni non possono vaccinarsi».
«La scienza è inesorabile nella sua capacità predittiva – aggiunge il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) Walter Ricciardi, in un Tweet a commento della notizia – Ogni otto casi di morbillo un’otite, ogni 15 una polmonite, ogni 1.500 una encefalite e ogni 3mila un morto».

Non negare la scienza
Quando accadono fatti come questi si comprende come sia pericoloso negare la scienza. Un avvertimento che giunge anche dal direttore generale dell’AIFA, l’Agenzia del Farmaco, Mario Melazzini. «Innanzitutto da padre, da nonno, desidero esprimere la mia personale vicinanza a chi oggi ha perso un figlio – commenta Melazzini – Ma in questo momento, in cui nel dibattito sui vaccini trova terreno chi nega la verità della scienza, da medico e da direttore generale dell’Agenzia del farmaco, vorrei dire che quella del bambino morto oggi di morbillo deve rappresentare un momento di riflessione comune. Anche per rispetto a lui, che a sei anni ha smesso di vivere perché combattendo contro la leucemia non poteva vaccinarsi ed è rimasto vittima, evidentemente, della mancanza della cosiddetta immunità di gregge. Il dramma di questa famiglia e quanto dice la scienza sui vaccini sono le uniche cose con le quali la nostra coscienza deve fare i conti».