Sclerosi multipla, la «nuova cura» con trapianto di staminali può bloccare la malattia ma anche far morire
Qualcuno ha già gridato al miracolo, ma se la nuova terapia d’urto contro la Sclerosi Multipla si è rivelata efficace per bloccare per anni la malattia, in alcuni casi può invece portare alla morte. Ecco come e perché

FIRENZE – Un studio condotto dai ricercatori dell’Imperial College di Londra e dell’ospedale Universitario di Careggi a Firenze mostra che una terapia d’urto a base di chemioterapia e trapianto di cellule staminali può effettivamente bloccare la progressione della sclerosi multipla (SM) per anche cinque anni. Tuttavia, avvertono i ricercatori, nel 3% dei casi questo trattamento può causare la morte del paziente.
Come funziona la terapia
Il dottor Paolo Muraro, insieme al dottor Riccardo Saccardi e colleghi hanno testato gli effetti di un potenziale trattamento della SM. Il metodo consiste nel prelevare in prima battuta cellule staminali dal midollo osseo del malato. Poi si procede con il sopprimere il sistema immunitario per mezzo di alte dosi di chemioterapia e, infine, iniettare le staminali precedentemente prelevate per far sì che il ‘nuovo’ sistema immunitario possa fermare la malattia.
I risultati
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Jama Neurology, e mostrano che in circa la metà (il 46%) dei 281 pazienti che non rispondevano alle cure, trattati con questa tecnica la malattia si è arrestata per una media di 5 anni – il periodo osservato. I pazienti che ne hanno tratto beneficio riportano di avere avuto un buon sollievo dalla malattia.
Però si può morire
Tuttavia, il trattamento ha anche provocato la morte di otto pazienti (circa il 3%) entro i primi 100 giorni. E questa morte è stata attribuita proprio al trapianto di staminali, avvenuto dopo che il sistema immunitario era stato letteralmente spazzato via. Secondo i ricercatori le morti dei pazienti a seguito del trattamento sono motivo di preoccupazione, poiché la malattia di per sé non è mortale. «Il trapianto di cellule staminali non può essere considerato una cura per la SM – ha sottolineato il dottor Saccardi, coautore dello studio – Tuttavia, può essere considerato un’opzione concreta per i pazienti che mostrano SM aggressiva e che non hanno risposto ai trattamenti approvati».
Non per tutti
A causa dei rischi che comporta questa terapia, gli scienziati ritengono che sia importante identificare prima i pazienti che potrebbero beneficiare del trattamento – in genere coloro che non rispondono alle terapie tradizionali o sono affetti da una forma particolarmente aggressiva. I ricercatori sottolineano che il trapianto di cellule staminali è stato già utilizzato nel trattamento di diverse forme tumorali come i linfomi, la leucemia e altre.
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