Tumori, +90% di casi fra le donne e +50% tra gli uomini in trent’anni. Gli esperti: «Nuove armi allungano la sopravvivenza»
In 32 anni l’incidenza dei tumori nei due sessi è stata protagonista di un’escalation senza precedenti. In particolare, in Piemonte, si è registrato un aumento del 90% di casi nelle donne e del 50% negli uomini. Nonostante le continue nuove diagnosi, il prof. Giorgio Scagliotti, direttore Oncologia Università di Torino, ricorda che «Nuove armi allungano la sopravvivenza»
TORINO – Sono saliti vertiginosamente i casi di tumore in Italia, e in particolare in Piemonte, dal 1981 al 2012 le diagnosi sono aumentate di quasi il 90% fra le donne e del 50% fra gli uomini. Oltre a ciò, nel 2016 sono stimate complessivamente 30.700 nuove diagnosi (di cui 16.100 uomini e 14.600 donne). Nonostante le allarmanti cifre, grazie a terapie sempre più efficaci e alla diagnosi precoce, le guarigioni e le possibilità di sopravvivenza sono migliorate in maniera significativa.
Oggi si sopravvive
Secondo i dati dell’Associazione di Oncologia Medica (AIOM), nella sola regione Piemonte vivono più di 274.100 persone dopo la diagnosi e almeno i due terzi possono affermare di avere sconfitto la malattia. Tutti questi, e altri passi in avanti nella lotta contro il cancro, sono testimoniati dalle storie dei pazienti descritte nel volume «Si può vincere» realizzato dall’AIOM e presentato ieri a Torino, durante la sesta tappa di un tour nazionale di 10 incontri con il coinvolgimento dei cittadini, delle Istituzioni e delle associazioni dei pazienti.
Una realtà multidimensionale
«I tumori – spiega il prof. Giorgio Scagliotti, Direttore dell’Oncologia Medica all’Università di Torino – rappresentano una realtà multidimensionale confinata non solo agli aspetti clinico-assistenziali e di ricerca, ma inevitabilmente con rilevanti ricadute nel vissuto dei pazienti e dei loro familiari. In Italia vivono più di 3 milioni di persone dopo la diagnosi di tumore. Oggi il 60% dei pazienti si lascia la malattia alle spalle e torna a una vita come prima, percentuale che raggiunge il 70% nel caso delle neoplasie più frequenti. Per questo non possiamo più parlare di male incurabile – prosegue l’esperto – Oggi le nuove armi consentono di sconfiggere il cancro o di allungare la sopravvivenza, ma serve più impegno in campagne di prevenzione visto che il nostro Paese destina solo il 4,2% della spesa sanitaria totale a queste attività».
Le guarigioni
Nella sola città di Torino le guarigioni dal cancro sono passate dal 34,1% (uomini) e 49,2% (donne) per i casi diagnosticati nella seconda metà degli anni Ottanta al 57% e 62,1% per quelli individuati all’inizio degli anni Duemila. «Nel libro abbiamo raccolto le storie di nove uomini e sette donne che hanno combattuto la lotta contro il cancro – sottolinea la prof.ssa Silvia Novello, membro del Direttivo nazionale AIOM e Ordinario di Oncologia Medica all’Università di Torino – Nelle loro parole l’angoscia e la disperazione al momento della diagnosi. Ma senza mai perdere la forza di rialzarsi fino alla possibilità di utilizzare armi innovative come l’immuno-oncologia, i farmaci a bersaglio molecolare e altre strategie terapeutiche a disposizione nel trattamento delle malattie tumorali. Con le nuove terapie disponibili ci poniamo l’obiettivo di cronicizzare alcune neoplasie molto aggressive, come è successo ultimamente per il melanoma in fase avanzata. Siamo convinti che questo sia un obiettivo raggiungibile, esattamente come lo è stato per altre malattie come l’infezione da HIV o il diabete. Le nuove strategie terapeutiche (in particolare l’immunoterapia e le terapie a bersaglio molecolare) stanno evidenziando risultati mai ottenuti prima anche in malattie difficili da curare come il tumore del polmone».
«Si può vincere»
Si può vincere è il titolo di un libro che si divide in due parti: nella prima è analizzata l’evoluzione della cura dei tumori negli ultimi decenni, rispondendo a domande su come sono cambiati i trattamenti, con approfondimenti su chirurgia, chemioterapia, terapie biologiche e radioterapia. È poi descritta la nuova era nel trattamento delle neoplasie rappresentata dall’immuno-oncologia. «La lotta ai tumori – spiega il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, nella prefazione del volume – costituisce una delle priorità del Servizio Sanitario Nazionale per l’elevata incidenza della malattia e per il suo pesante impatto sociale ed economico. Oggi possiamo affermare che il concetto di cancro come ‘male incurabile’ appartiene al passato. Grazie al progresso della scienza, i tumori stanno diventando sempre più una malattia cronica – prosegue la Lorenzin – I dati, le cifre e le scoperte ci dicono che la lotta contro questa patologia, in parte già sconfitta, può segnare quotidianamente punti a favore di chi la combatte. Questo volume raccoglie le preziose testimonianze dei pazienti trattati con una nuova arma, l’immunoterapia. Le loro parole ci trasmettono coraggio, forza e, soprattutto, speranza. È essenziale poter garantire a tutti i pazienti le cure sempre più innovative che la ricerca mette a disposizione. Aspirare a elevati standard di prevenzione e di trattamento non risponde soltanto a ambizioni di progresso tecnologico e scientifico ma anche di civiltà e di democrazia. Affrontare il tema della salute significa confrontarsi con le aspettative e le attese di milioni di malati, immedesimarsi con i loro disagi quotidiani e difendere la loro qualità di vita».
In tutte le librerie
Il libro «Si può vincere» (ed. Guerini, pp.170, a cura di Mauro Boldrini, Sabrina Smerrieri, Paolo Cabra) è nelle librerie al prezzo di 14,50 euro. I proventi delle vendite sono destinati alla Fondazione AIOM. «Dobbiamo potenziare i nostri sforzi e la capacità di coordinare e sostenere l’attività di prevenzione e di assistenza – continua il Ministro Lorenzin nella prefazione – È necessario innanzitutto agire per contenere l’impatto dei tumori con interventi di prevenzione primaria e secondaria. È poi indispensabile collegare in rete i diversi sistemi assistenziali, garantendo un’offerta adeguata sul territorio e realizzando la presa in carico globale della persona nei suoi bisogni sanitari, sociali e relazionali».
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