26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Salute

Patologie cardiovascolari, sotto i 39 anni uomini più soggetti rispetto alle donne, ma la proporzione si inverte con il passare degli anni

Gli angiologi riuniti a congresso parlano di ‘medicina di genere’, ossia a seconda del sesso di appartenenza. Nelle malattie cardiovascolari infatti le differenze di genere sono importanti e mostrano come uomini e donne siano diversi anche in questo

Cuore e malattie cardiovascolari
Cuore e malattie cardiovascolari Foto: Shutterstock

BOLOGNA – Si parlerà anche di medicina di genere al 38° Congresso Nazionale SIAPAV (Società Italiana di Angiologia e Patologia Vascolare) – Giornate Nazionali di Angiologia. Per gli esperti, nelle malattie cardiovascolari le differenze di genere (ossia in base al sesso di appartenenza) sono importanti e sono sempre di più gli studi che si occupano delle donne, fino a oggi messe un po’ da parte nella ricerca scientifica.

Le malattie incidono diversamente
Dagli ultimi studi presentati in occasione del Congresso Nazionale SIAPAV 2016 si conferma l’esistenza di differenze di genere nell’incidenza e nella presentazione clinica delle malattie cardiovascolari: l’incidenza di tali patologie è maggiore negli uomini rispetto alle donne fino ai 39 anni, ma questo dato si inverte quando si superano gli 80 anni – e a esserne colpite sono in misura maggiore le donne. Altro dato emerso è che l’incidenza di infarto miocardico è andata aumentando nelle donne di mezza età, così come è incrementata la prevalenza di diabete e ipertensione arteriosa rispetto agli uomini.

Quali le ragioni?
Tutto questo accade, perché le donne sono esposte a più frequenti variazioni in senso protrombotico durante il corso della vita: in relazione al ciclo mestruale, all’uso di contraccettivi orali, alla gravidanza e al puerperio, alla menopausa e alla terapia ormonale sostitutiva. Anche per quanto riguarda il rischio emorragico correlato alle terapie antitrombotiche sono state riportate differenze di genere: i dati mostrano che il tasso di complicanze emorragiche nella fase acuta di eventi coronarici è nettamente maggiore nelle donne rispetto agli uomini.

Quali le cause di tali differenze tra sessi?
I meccanismi fisiopatologici alla base di queste differenze di genere non sono del tutto chiariti e sono verosimilmente multifattoriali, ricordano gli esperti. I dati disponibili mostrano che alcune caratteristiche biologiche della donna sembrano giustificare in parte differenze in termini di rischio emorragico e trombotico, specie correlato alle terapie antitrombotiche. Questo rende il beneficio clinico netto dell’uso di tali farmaci minore rispetto agli uomini della stessa età.

Studi "maschilisti"
Altro dato di fatto è che la ricerca si è quasi sempre concentrata sugli uomini, mostrando dunque auna tendenza ‘maschilista’ degli studi clinici. Non a caso, le evidenze emerse per la gestione delle patologie aterotrombotiche derivano per lo più da trial clinici dove le donne sono generalmente meno rappresentate rispetto agli uomini, e pochi sono gli studi che hanno focalizzato la loro attenzione esclusivamente su soggetti di sesso femminile. Tuttavia si può affermare che la tendenza si sta finalmente invertendo, come assicura la dottoressa Adriana Visonà, presidente della SIAPAV, la principale società medica italiana a occuparsi di patologia vascolare a tutto tondo.

Mancano le competenze
Le Giornate Nazionali di Angiologia 2016 affrontano anche il tema della sensibilizzazione del mondo politico e della gestione dei servizi sanitari regionali rispetto alle specifiche esigenze dell’angiologia. «Un problema che purtroppo scontiamo – spiega la dott.ssa Visonà, direttore dell’Unità Operativa di Angiologia dell’ospedale di Castelfranco Veneto, e presidente della federazione Europea delle società di Angiologia (ESVM) di cui SIAPAV fa parte – è che la cura di molti pazienti affetti da malattie vascolari avviene da parte di reparti che spesso non hanno le competenze specifiche per affrontare le criticità in modo mirato, con costi di cura spesso più alti rispetto allo specialista angiologo. Quest’ultimo non solo cura l’acuzie, ma attua anche la presa in carico e coordina la gestione multidisciplinare nel tempo».
Il congresso di Bologna vede la collaborazione di importanti società medico-scientifiche, nel solco dell’interdisciplinarietà che caratterizza l’operato di SIAPAV. Tra queste SICVE, SISA, SISET, SIDV-GIUV, CIF, FADOI, Consulta SCV col patrocinio, tra gli altri, del Ministero della Salute e di Agenas.