19 aprile 2024
Aggiornato 23:00
Medicina

Assumere farmaci antiacido per lo stomaco danneggia le arterie

L’uso sistematico di alcuni farmaci contro il bruciore di stomaco e il reflusso gastroesofageo accelera l’invecchiamento dei vasi sanguigni, danneggiando le arterie. L’avvertimento dell’American Heart Association sul rischio di malattie cardiovascolari, demenza e insufficienza renale

Reflusso grastroesofageo, i farmaci antiacido possono danneggiare le arterie
Reflusso grastroesofageo, i farmaci antiacido possono danneggiare le arterie Foto: Shutterstock

HOUSTON – Assumere farmaci antiacido o contro il bruciore di stomaco e reflusso gastroesofageo come per esempio gli inibitori della pompa protonica può danneggiare le arterie, portando a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, demenza vascolare e insufficienza renale. Questo l’avvertimento che arriva da un ampio documento pubblicato su Circulation Research, la rivista dell’American Heart Association.

Un pericolo per le arterie
Nel trattamento del reflusso gastroesofageo è molto diffuso l’uso di farmaci come quelli a base di Esomeprazolo. È un genere di farmaco cosiddetto inibitore della pompa protonica (PPI). Se da un lato possono essere efficaci nel controllo di questo tipo di disturbo, secondo lo studio condotto dal dott. John Cooke e colleghi del Houston Methodist Research Institute l’esposizione continua ai PPI accelera l’invecchiamento biologico delle cellule endoteliali umane che rivestono l’interno dei vasi sanguigni. Quando sane, le cellule endoteliali umane creano un rivestimento antiaderente, che impedisce al sangue di coagularsi. Con l’invecchiamento o la malattia, però, l’endotelio diventa più simile a del velcro, con gli elementi che compongono il sangue o che circolano al suo interno che tendono ad attaccarsi alle pareti o formare coaguli (trombi).

Invecchiamento che accelera
«Quando abbiamo esposto per un periodo di tempo le cellule endoteliali umane a questi inibitori della pompa protonica, abbiamo osservato un invecchiamento accelerato di queste cellule – ha spiegato "il dott. Cooke – Gli inibitori della pompa protonica riducono anche l’acidità nei lisosomi delle cellule endoteliali. I lisosomi sono come tritarifiuti cellulari e hanno bisogno di acido per funzionare correttamente. Abbiamo osservato un accumulo di spazzatura cellulare nelle cellule endoteliali, che accelerato il processo di invecchiamento». I ricercatori sospettano che dietro all’aumento del rischio di attacco cardiaco, insufficienza renale e demenza osservato negli utilizzatori di PPI a lungo termine, vi sia questo meccanismo unificante.

Effetti negativi sul cuore si possono limitare
L’uso di questo genere di farmaci pare sia dannoso quando assunti per molto tempo o con regolarità. «Questi farmaci non sembrano influenzare negativamente il cuore e i vasi sanguigni se assunti per un paio di settimane – sottolinea il dott. Cooke – Tuttavia, abbiamo urgente bisogno di studi per valutare l’impatto di un uso a lungo termine di questi farmaci sulla salute vascolare, in una vasta popolazione di pazienti. Inoltre è necessario prendere in considerazione se questi farmaci debbano essere così accessibili senza controllo medico».