25 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Nutrizione e salute

I vegetariani vivono quattro anni in più degli altri

Secondo gli esperti, essere vegetariani potrebbe estendere l’aspettativa di vita di una persona di 3,6 anni in media. Un altro studio che suggerisce come una dieta che favorisce i cibi vegetali possa promuovere la salute e ridurre il rischio di morte anticipata per tutte le cause

Vegetariani vivono più a lungo dei carnivori
Vegetariani vivono più a lungo dei carnivori Foto: Shutterstock

PHOENIX – Ci risiamo, ecco l’ennesimo studio che ribadisce come una dieta vegetariana possa fa aumentare le speranze di vita di quasi quattro anni in più rispetto a chi mangia carne – specie quella rossa o lavorata. Ma l’aumento dell’aspettativa di vita si inizia a vedere dopo almeno 17 anni di dieta vegetariana, per cui se siete già un po’ avanti con gli anni o non v’interessa aspettare così tanto…

Meno carne più longevità
Secondo quanto emerso dalla revisione sistematica condotta dai ricercatori della Mayo Clinic in Arizona, che ha coinvolto più di 1,5 milioni di persone, vi erano maggiori probabilità di morte anticipata per tutte le cause tra coloro che mangiano regolarmente carne. Per cui, limitare l’assunzione di carne rossa e carni lavorate per invece consumare più verdure può ridurre il rischio di mortalità.

Raccomandazioni
I risultati dell’analisi dei 6 studi hanno suggerito la possibilità che i medici e i nutrizionisti possano valutare se raccomandare o meno ai pazienti di mangiare carne. «Questi dati rafforzano ciò che abbiamo saputo per così tanto tempo: la dieta ha un grande potenziale di danneggiare o guarire – spiega il professor Brookshield Laurent, del dipartimento di medicina di famiglia e di scienze cliniche del New York Institute of Technology College of Osteopathic Medicine – Questa evidenza clinica può offrire sostegno ai medici nella consulenza ai pazienti circa l’importante ruolo svolto dalla dieta, e portare a una maggiore cura preventiva, un fattore chiave nella filosofia di medicina osteopatica».

Peggio con la carne lavorata
L’analisi condotta dai ricercatori ha evidenziato che a essere più dannosa è la carne lavorata, o processata: per esempio gli insaccati, i salumi, wurstel eccetera. Una dieta ricca di questo genere ci carne faceva aumentare il rischio di morte per tutte le cause, e aveva un collegamento con le malattie cardiovascolari.

Fino al 50 per cento
Dallo studio revisionale è altresì emerso che chi mangiava poca carne vedeva ridurre il rischio del 25 per cento, per arrivare a una riduzione i quasi il 50 per cento in coloro che ne mangiavano molto poca, rispetto a quelli con che avevano un elevato apporto di carne. Lo studio è pubblicato sul Journal of the American Osteopathic Association.