19 aprile 2024
Aggiornato 05:00
italiani scoprono dove si nasconde il virus hiv nell’organismo umano

Aids: scoperto il nascondiglio il virus dell’Hiv

All’International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology di Trieste si trovato dove il virus dell’Hiv si nasconde nelle cellule, una straordinaria scoperta che apre la via per nuove cure contro l’Aids

TRIESTE – Scienziati italiani scoprono dove si nasconde il virus dell’Hiv nell’organismo umano. Una eccezionale scoperta che potrà portare a nuove e più efficaci cure contro il virus che causa l’Aids. All’Icgeb di Trieste è stata fotografata la struttura del nucleo dei linfociti e si sono scoperti i nascondigli che l’Hiv utilizza per diventare invisibile.

UNA SCOPERTA SENZA PARI – Il team di ricercatori, guidati dal prof. Mauro Giacca, si sono guadagnati la pubblicazione del loro lavoro sulla prestigiosa rivista scientifica Nature. La scoperta, senza pari, avrà rilevanti ricadute nello sviluppo di nuovi farmaci e trattamenti contro l’Aids. Ma l’eccezionalità della ricerca sta nell’aver risolto l’enigma per cui il virus dell’Hiv utilizza soltanto alcuni dei 20mila geni umani per integrarsi dentro essi e nascondersi ai farmaci. Il virus dell’Hiv, tra l’altro, è noto per essere capace di introdurre il proprio Dna in quello delle cellule che infetta e diventare parte del loro patrimonio genetico.

NUOVE ARMI – «Individuati i meccanismi di questa caratteristica del virus è più facile pensare alla possibilità di sviluppare farmaci nuovi con un bersaglio diverso – spiega all’Ansa il prof. Mauro Giacca – Non è facile, ma è un balzo in avanti, anche culturale: il fenomeno si conosceva dall’inizio dell’epidemia negli anni ’80, ma nessuno era riuscito a spiegarlo». Ma ora ci hanno pensato gli scienziati italiani.

VIRUS INTELLIGENTE – «Il virus si integra in particolari regioni vicino alla porta d’entrata della cellula – sottolinea all’Ansa il prof. Giacca – Entra attraverso i pori e poi non lo si trova più, scompare perché si va a integrare nei cromosomi della cellula che va a infettare. Si integra all’interno ed è come se una cellula invece di avere 20 mila geni ne avesse 20 mila e 1. Scompare dal radar. Noi abbiamo scoperto dove si trova». «Inserendosi nei geni vicino alla porta d’ingresso la probabilità che il virus si nascondesse ai farmaci era più alta: è il motivo per cui oggi i poco più di trenta farmaci che funzionano in questo campo rallentano la progressione verso l’Aids ma non riescono a eliminare l’infezione. A differenza di influenza, morbillo o rosolia, che ci infettano ma poi il virus viene eliminato e il paziente diventa immune, con l’Aids non ci si libera mai dal virus. Di tutti gli 80 e più milioni di persone malate non ne è mai guarita alcuna», conclude il ricercatore. Ora speriamo che le cose cambino.