Al Niguarda di Milano bambine anoressiche già a elementari
Gli esperti: «Si guarisce ma sviluppo e statura a rischio»
MILANO - Le pazienti più giovani tra quelle in cura per anoressia all'Ospedale Niguarda di Milano frequentano ancora le scuole elementari. A lanciare l'allarme sul progressivo abbassamento dell'età in cui la malattia colpisce è Maria Gabriella Gentile, responsabile del Centro per la cura dei disturbi del comportamento alimentare dell'ospedale, in occasione delle Giornate di nutrizione clinica e patologie correlate, in corso nella struttura del capoluogo lombardo con oltre 300 partecipanti.
Il fenomeno è particolarmente allarmante perché a quell'età, anche se si esce dalla malattia come avviene nel 95% dei casi, si rischia di compromettere la crescita corporea e la statura.
«Fino a 8-9 anni fa non esistevano casi simili. Oggi nei centri specializzati i bambini sotto i 12 anni sono sempre di più» afferma Gentile tra una sessione e l'altra del simposio. La ricercatrice ha esaminato nell'ultimo decennio circa 500 pazienti gravi, di cui 113 minori di 16 anni. I primi problemi con il cibo, nella metà circa dei casi, arrivano prima dei 16 anni e talvolta sotto i 12 anni. Ancora netta è la predominanza femminile della malattia anche se non mancano i maschi in cura.
Gentile sottolinea che in genere la malattia viene diagnosticata in ritardo con l'aggravante che in presenza di giovanissimi si corrono rischi ancora più gravi per la loro salute: blocco della crescita e compromissione dello sviluppo in altezza. A questo proposito l'esperta di Niguarda cita il caso della penisola coerana: «In Corea del Nord, Paese in cui ci sono problemi di denutrizione, i ragazzi sono 8 centimetri più bassi e le ragazze 6 centimetri rispetto ai coetanei cresciuti in Corea del Sud».
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