24 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Studio dell'UE avverte

Il diabete di tipo 1 nei bambini raddoppierà entro il 2020

Le scoperte, pubblicate online nella rivista The Lancet, indicano che neanche i bambini più grandi riusciranno ad evitare questa tendenza

Una nuova ricerca finanziata dall'UE mostra che il diabete di tipo 1 continuerà a diffondersi sempre di più: entro il 2020 raddoppierà il numero dei bambini al di sotto dei cinque anni di età affetti da questa malattia. Le scoperte, pubblicate online nella rivista The Lancet, indicano che neanche i bambini più grandi riusciranno ad evitare questa tendenza. I risultati appartengono al Gruppo di studio EURODIAB («Epidemiology, aetiology and public health aspects of diabetes mellitus«), una collaborazione sostenuta in parte dai programmi quadro dell'Unione europea.

«L'emergere del diabete di tipo 2 nei bambini e negli adolescenti ha ricevuto parecchia attenzione, ciò non deve distrarci dalla rapida crescita del diabete di tipo 1 in questo gruppo di età,» scrivono gli autori dello studio. «Anche se in alcuni paesi gran parte dei casi nei bambini riguarda il diabete di tipo 2, nella maggior parte dei paesi europei il tipo 1 è - e probabilmente rimarrà - la forma predominante di questa malattia.»

I dati attuali indicano che, mentre il diabete di tipo 1 rappresenta 1 su 10 casi generali di diabete, il numero di bambini a cui viene diagnosticato il tipo 1 è maggiore rispetto a quelli affetti dal tipo 2. Il diabete di tipo 1 è causato dalla carenza di insulina, il trattamento di questo tipo di diabete richiede infatti un'iniezione quotidiana di insulina da parte dei pazienti. Per questo studio i ricercatori hanno valutato dati relativi al diabete di 20 centri in 17 Stati membri dell'UE. Dal 1989 al 2003 negli Stati membri sono stati registrati 29.311 casi di diabete di tipo 1.

Secondo i ricercatori, l'aumento generale dell'incidenza del diabete di tipo 1 è stato di circa il 4% ogni anno. Una suddivisione analitica mostra che la crescita annuale era del 5,4% per il gruppo della fascia d'età compresa tra 0 e 4 anni, 4,3% per il gruppo dai 5 ai 9 anni e 2,9% per la fascia tra 10 e 14 anni. Inoltre - stando alle stime dei ricercatori - nel 2005 in Europa sono stati registrati circa 15.000 nuovi casi: il 24% nella fascia d'età tra 0 e 4 anni, il 37% per quelli tra i 5 e i 9 anni e il 34% per quelli appartenenti alla fascia d'età tra i 10 e i 14 anni.

Entro il 2020 il numero di nuovi casi raggiungerà probabilmente i 24.400, con un raddoppio nel gruppo dei più giovani e con una distribuzione più equilibrata nei vari gruppi (da 0 a 4 anni il 29%, da 5 a 9 anni il 37% e da 10 a 14 anni il 34%, rispettivamente). I ricercatori ritengono che in Europa si registrerà un balzo del 70% del numero di bambini al di sotto dei 15 anni affetti da diabete di tipo 1 (da 94.000 a 160.000).

«La crescita prevista del diabete di tipo 1 in Europa nel corso dei prossimi venti anni e il maggiore numero di casi diagnosticati nelle persone più giovani rispetto al passato, potrebbero risultare in un aumento dei casi con chetoacidosi (una complicazione grave causata dalla quasi completa carenza di insulina e livelli elevati di certi ormoni dello stress) e la necessità di ricovero ospedaliero,» avvertono gli autori.

I ricercatori hanno notato come i paesi europei «devono assicurare una programmazione appropriata dei servizi e fare in modo che le risorse siano pronte per fornire cure di alta qualità per il numero crescente di bambini a cui verrà diagnosticato il diabete negli anni a venire».

Nonostante i rapidi cambiamenti osservati nel corso degli anni, i ricercatori non credono che all'origine di questa crescita ci siano soltanto i fattori genetici.

«Alcune ipotesi - basate su studi epidemiologici analitici - puntano alle abitudini dettate dallo stile di vita moderno come possibili fattori ambientali, come l'aumentato sviluppo del peso e dell'altezza, l'apporto di prodotti caseari o la ridotta frequenza di infezioni precoci,» spiegano gli autori.

«Questa idea coincide con le associazioni ambientali osservate tra la stima del prodotto interno lordo (PIL) e il tasso d'incidenza nei paesi europei. Tassi di crescita più rapidi nei paesi con tassi d'incidenza ridotti - in particolare i paesi dell'Europa orientale - potrebbero essere l'espressione degli effetti dei fattori legati allo stile di vita, che in questi paesi stanno cambiando velocemente.»

In breve, la convergenza dei tassi di incidenza potrebbero riflettere l'armonizzazione dei fattori di rischio legati allo stile di vita in Europa, hanno detto.

Tra i centri di ricerca che hanno partecipato a questo studio ci sono la Charles University nella Repubblica ceca, l'ospedale pediatrico universitario di Tuebingen (Germany), l'università di medicina di Vienna (Austria), l'Istituto per il diabete e le malattie metaboliche in Romania e l'università di Leeds (Regno Unito).

Per maggiori informazioni, visitare:

The Lancet:
http://www.thelancet.com/