Mattarella sempre più in partita dopo «debacle» Casellati
I voti raccolti dal giurista siciliano sono stati 46, decisamente meno dei 166 di ieri. Ma lo schieramento progressista oggi non ha votato e quindi i consensi registrati nel pomeriggio sono facilmente ascrivibili al centrodestra e ad altri

Il presidente della Repubblica uscente Sergio Mattarella è sempre in campo, con 46 consensi raccolti. E' quello che emerge dalla lettura dei voti della quinta votazione, con il quorum ormai fissato a 505. Questo pomeriggio il centrodestra ha lanciato la candidatura del presidente del Senato Elisabetta Casellati mentre Pd, Iv, M5s e Leu (in maniera speculare con quanto fatto ieri appunto dal centrodestra) hanno deciso di essere presenti ma non votanti. Il risultato parla chiaro. Casellati dunque non ha fatto il pieno nel suo stesso schieramento, fermandosi a quota 382. Le sono mancati sulla carta 71 voti di una formazione che poteva contare su 453 grandi elettori. Lo schieramento Pd-Iv-M5s-Leu ha portato a casa 406 astensioni su una somma di 449 grandi elettori.
Mancanze in entrambi gli schieramenti che non possono non far riflettere sulla figura di Mattarella. I voti raccolti dal giurista siciliano sono stati 46, decisamente meno dei 166 di ieri. Ma lo schieramento progressista oggi non ha votato e quindi i consensi registrati nel pomeriggio sono facilmente ascrivibili al centrodestra e ad altri. Come dire che se un domani si dovesse votare il bis di Mattarella il capo dello Stato uscente potrebbe raccogliere centinaia di voti, forte dell'appoggio da sempre avuto dallo schieramento di centrosinistra (che ricordiamo lo ha votato compatto nel 2015) al quale potrebbero aggiungersi voti provenienti da altre formazioni.
Indicativa in tal senso la frase pronunciata oggi da Salvini a proposito della candidatura Casellati: «sopra di lei c'è solo Mattarella». E dopo questo voto, dichiarazioni o mezze frasi raccolte in Transatlantico dicono: è il momento di Mattarella, solo con lui possiamo superare lo stallo.
Il capo dello Stato, come detto più volte, sta ovviamente osservando lo sviluppo della situazione e si guarda bene dall'intervenire. E se dovesse mai far sentire la sua voce, per confermare la sua indisponibilità al bis del mandato o esprime disponibilità, logica vorrebbe che lo facesse dopo che una larga parte dei partiti presenti in Parlamento - a cominciare evidentemente dalla maggioranza che sostiene l'attuale governo guidato da Mario Draghi - fosse salita al Quirinale per chiedere formalmente il suo coinvolgimento. Ma, come ieri sera fatto sapere da fonti del Colle, il presidente in questi giorni non ha contatti di nessun tipo con nessuno. Dovrebbe essere insomma una richiesta pressante e a quel punto il capo dello Stato non potrebbe non prestare ascolto di fronte ad uno stallo preoccupante.
Il tempo in ogni caso stringe e si avvicina velocemente il 3 febbraio, giorno del termine del mandato di Mattarella. Il problema è come andare avanti nel caso che giovedì prossimo ancora non sia stato eletto un nuovo capo dello Stato. Si parla dell'istituto della prorogatio, un regime automatico o della supplenza del presidente del Senato. Ma intanto sono in corso riunioni fra partiti e alle 17 ci sarà una nuova votazione. Domattina, sia come sia, Mattarella ospiterà al Quirinale un nuovo appuntamento istituzionale: il giuramento del neo giudice costituzionale Filippo Patroni Griffi.
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