19 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Politica

«Il green pass è un successo, l'obbligo vaccinale adesso non serve»

Il Ministro Renato Brunetta: «La maggioranza degli italiani ha scelto di vaccinarsi e gli ultimi giapponesi rimasti a manifestare in qualche angolo di piazza italiana, sono inseguiti dal vituperio delle genti, dal freddo e dalla solitudine»

Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta
Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta Foto: Filippo Attili Palazzo Chigi

«Grazie al green pass è boom di vaccinati», quindi «l'obbligo vaccinale adesso non serve», lo ha sottolineato, in un'intervista al Corriere della Sera, il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, ricordando anche che «le mascherine si sono rivelate fondamentali», nel contenere i contagi da Sars-Cov-2. Brunetta lo dice chiaramente: «Il green pass è un successo», tanto più quello rafforzato, che non a caso - ricorda - ci invidia anche Angela Merkel.

«Il green pass rafforzato - rilancia il ministro - è la nostra sicurezza. La stragrande maggioranza degli italiani ha scelto di vaccinarsi e gli ultimi giapponesi rimasti a manifestare in qualche angolo di piazza italiana, sono inseguiti dal vituperio delle genti, dal freddo e dalla solitudine». Ché «il green pass è un successo dovuto al senso di responsabilità e disciplina degli italiani. Sembra quasi una bestemmia, ma è la realtà».

«Merkel - ricorda Brunetta - ha detto 'mi sentirei meglio se fossimo in una situazione come quella dell'Italia'. Se siamo messi così è merito degli italiani e del governo Draghi, che ha fatto la scelta del green pass in estate, del green pass obbligatorio per il lavoro a metà ottobre e poi del super green pass, che entra in vigore domani».

Brunetta spiega al Corriere della Sera quali sono i target del nuovo decreto: «Ricacciare l'indice di contagio Rt sotto l'1, perché sopra l'1 la situazione si fa via via sempre più preoccupante. La strategia è andare sopra il 90% di vaccinati con due dosi, limitare il più possibile il numero dei non vaccinati e, per chi non si immunizza, introdurre le restrizioni del nuovo decreto. E ancora non basta, perché le mascherine si sono rivelate fondamentali».

Quindi tornerà l'obbligo di indossarle all'aperto anche in zona bianca? «Per ora la decisione è lasciata alla sensibilità dei sindaci e dei governatori e sta funzionando. Come sta funzionando il green pass rafforzato. Solo grazie all'effetto annuncio molti no vax si sono convinti. È più che raddoppiata la propensione alle prime dosi, nell'ultima settimana sono cresciute del 44%. Il secondo effetto è la riapertura di tanti hub vaccinali che erano stati chiusi. Il terzo è il boom di terze dosi. Abbiamo superato le 400 mila e raggiunto poco meno di un milione di immunodepressi».

Per gli studenti sopra i 12 anni costretti a pagarsi i tamponi per andare a scuola è allo studio il tampone gratuito, ma «intanto aver introdotto l'obbligo di green pass per il trasporto pubblico locale, completando la catena della sicurezza senza interrompere la mobilità, è un fatto importante. Una strategia responsabile che rivendico». E «i controlli si stanno organizzando, sia a terra sia negli autobus, a campione. Ed è un elemento di fortissima induzione al comportamento responsabile».

L'obbligo vaccinale per tutti, come suggerito da Von der Leyen, per il ministro non è sul tavolo del governo Draghi: «Noi, senza l'obbligo, siamo copiati e invidiati a livello internazionale», e «col solo effetto annuncio del decreto abbiamo raggiunto questo trend di vaccini e un Rt invidiatoci da Merkel. Tutto questo con il massimo delle aperture, piste da sci comprese. E senza neppure parlare di lockdown. Da noi l'obbligo c'è per i medici e dal 15 dicembre ci sarà per la scuola e per le forze dell'ordine». Quindi il governo rinuncia ad estenderlo a tutti i lavoratori? «Al momento l'obbligo vaccinale è sullo sfondo, non siamo in difficoltà come la Germania. Col super green pass avremo un Natale totalmente aperto. Nessuna restrizione per i vaccinati per le attività sociali, culturali e del tempo libero e consumi da boom economico».

E il ministro Brunetta non ha esitazioni a negare che Draghi non imponga l'obbligo per non scontentare la Lega in vista del Quirinale: «No, voi giornalisti siete troppo maliziosi. L'obbligo in questo momento non serve, stiamo meglio degli altri. Mettere in campo una decisione che non migliora le performance, produce multe che probabilmente non sarebbero pagate e fa incattivire le frange non vaccinate, non serve a nulla».

«Il Governo? Non cadrà assolutamente, siamo seri»

Il ministro per la pubblica amministrazione Renato Brunetta non ha dubbi: il governo Draghi non cadrà, «assolutamente no. La politica italiana non strumentalizzi la pandemia e si assuma le sue responsabilità: credibilità, riforme, mantenere gli impegni con la Ue e consolidare la ripresa. Il governo Draghi è una storia di successo che continua, sulla pandemia e sulla crescita al 6,3%».

Ma la bocciatura di centrodestra e renziani sul fisco è un segnale, in vista del Quirinale? «No, Draghi ha di nuovo dimostrato di saper ascoltare e decidere per il meglio e si è ancora una volta rafforzato come capo del governo». Quindi, a domanda diretta, il governo non cadrà? Risposta netta: «Assolutamente no. Con Fitch che dopo 20 anni migliora il rating dell'Italia facciamo cadere il governo? Suvvia, siamo seri!».