29 marzo 2024
Aggiornato 14:00
MoVimento 5 Stelle

M5S male nel voto ma Conte è ottimista. Raggi: «Io l'unica a tenere testa alle corazzate»

In base ai primi risultati che emergono dalle proiezioni sul voto amministrativo, il Movimento 5 stelle non ha motivi per festeggiare. Letta: «Loro bene solo con noi»

Virginia Raggi con Giuseppe Conte
Virginia Raggi con Giuseppe Conte Foto: Giuseppe Lami ANSA

In base ai primi risultati che emergono dalle proiezioni sul voto amministrativo, il Movimento 5 stelle non ha motivi per festeggiare. Ma Giuseppe Conte, che ne ha assunto formalmente la leadership il 6 agosto scorso grazie al voto on line degli iscritti, trova qualche motivo di ottimismo. A Bologna e Napoli, infatti, i due capoluoghi regionali dove era riuscita l'operazione, fortemente caldeggiata proprio da Conte, di stringere un accordo con il Partito democratico, i due candidati, espressione diretta o indiretta del Pd, sono risultati largamente vincenti al primo turno.

«I dati - commenta l'ex presidente del Consiglio ai microfoni del Tg1 - confermano l'enorme potenziale di questo nuovo corso, ma soprattutto della prospettiva politica seria data dal fatto di poter lavorare in coalizione con il Pd e le altre forze progressiste». Del resto anche il segretario del Pd, a caldo, commenta su La7 che «il M5S va bene quando è in coalizione con noi, questa è l'impressione che ho avuto». Conte, dal canto suo, interpellato dai cronisti mentre lascia Montecitorio, precisa: «Letta non l'ho ancora sentito». E comunque, lo soccorre la sindaca uscente di Torino, Chiara Appendino: «Impensabile - osserva - che i risultati di Conte siano misurati su queste amministrative».

I dati del pomeriggio dicono anche che Virginia Raggi molto difficilmente arriverà al ballottaggio per giocarsi un possibile secondo mandato da sindaca a Roma, anche se Conte garantisce ai cronisti di averla votata e invoca «prudenza» in attesa di risultati più certi. E la sindaca che rivendica di essere «l'unica che sta tenendo testa alle corazzate del centrodestra e del centrosinistra, con la lista M5S e le mie liste civiche», sembra voler rivendicare un peso nazionale che pure parla allo stesso Conte. A Conte potrebbe essere indirizzato anche il tweet mattutino del fondatore stellato Beppe Grillo, il quale, pubblicando su Twitter una foto che lo ritrae con il suo storico partner politico Gianroberto Casaleggio, scrive: «12 anni fa abbiamo fatto l'impossibile. Ora dobbiamo fare il necessario!». «E che sono io l'interprete dei post di Grillo?», si schermisce l'ex premier.

Altri dati raccontano che a Torino, dove però Appendino non si è ricandidata, il M5S probabilmente non arriverà neppure al 10 per cento dei consensi, come d'altronde probabilmente accadrà in Calabria, dove Amalia Bruni, la candidata comune di Pd e 5 stelle, ha dovuto cedere il passo a Roberto Occhiuto, presidente eletto per il centrodestra. Eppure, secondo Conte «anche i passaggi che non sono in linea con le nostre ambizioni non possono ovviamente compromettere questo nuovo corso, che va realizzato nel medio e lungo termine. Una delle criticità che abbiamo rilevato è lo scarso radicamento sul territorio: il mio itinerario è servito proprio a gettare un seme di dialogo coi cittadini. E' questa la strada che ci porterà a formulare proposte politiche sempre più rispondenti alle esigenze dei territori».

A Milano, però, l'ascolto del territorio non dev'essere stato particolarmente attento: la candidata Layla Pavone, imposta proprio da Conte al posto di Elena Sironi, scelta precedentemente dagli attivisti locali, è data dalle proiezioni fra i 3 e il 4 per cento. Cinque anni fa a Milano il Movimento aveva raccolto il voto di un milanese su dieci. E le prime indicazioni dello spoglio di alcuni capoluoghi di provincia non consentono di escludere che domani i conteggi definitivi consegnino l'immagine di un Movimento marginalizzato quasi ovunque dalle scelte degli elettori.

(con fonte Askanews)