2 maggio 2024
Aggiornato 07:00
Centrodestra

Matteo Salvini mette nel mirino Giorgia Meloni: «Io al Governo condiziono, chi sta fuori può solo urlare»

Il leader della Lega: «Se salta coprifuoco è grazie a chi sta dentro non all'opposizione. Sindaco di Milano? Meloni non può dire solo no a Bertolaso. Draghi al Colle? Sì, ma parliamone a tempo debito»

Giorgia Meloni e Matteo Salvini ad una manifestazione del centrodestra
Giorgia Meloni e Matteo Salvini ad una manifestazione del centrodestra Foto: Fabio Frustaci ANSA

«Con Giorgia Meloni abbiamo un rapporto corretto a livello di comuni e regioni dove governiamo insieme. A livello nazionale abbiamo fatto scelte diverse. Se salta il coprifuoco salta non perché lo chiede chi è fuori. Io sto al governo per risolvere i problemi. Dentro il governo posso condizionare, non ci sto da passeggero o da turista se sto fuori posso solo urlare». Lo ha detto Matteo Salvini intervenendo a Porta a Porta e riferendosi al suo rapporto politico con il Presidente di Fratelli d'Italia.

«La mia previsione per il coprifuoco si basa su dati scientifici e i guariti aumentano ogni giorno. La Lega chiede il ritorno alla vita, alla libertà all'aperto e al chiuso con la cancellazione del coprifuoco. La lega si è imposta all'interno del governo e da metà maggio l'obiettivo è continuare ad occuparsi della salute degli italiani ma anche far tornare alla vita italiani cancellando il coprifuoco, non spostandolo di mezzoretta».

«Meloni non può dire solo no a Bertolaso, proponga altri»

«Milanesi e romani si meritano un ricambio. Però c'è qualcuno che ha detto no a Bertolaso a Roma e Bertolaso si è rotto le scatole. C'e chi ha detto no ad albertini. Mi ha rammaricato che mentre qualcuno costruisce per le città e per l'unità del centrodestra ci sono altri... Se dici no a Bertolaso mi aspetto che tu mi faccia una proposta e non dica no, punto». Comunque, ha assicurato Salvini, noi del centrodestra «ci troveremo per una soluzione migliore in nome dell'unità. Roma e Milano meritano scelte unitarie e rapide».

«Draghi al Colle? Sì, ma parliamone a tempo debito»

Draghi prossimo presidente della Repubblica? «Se ne ho stima come presidente del Consiglio ne ho anche come presidente della Repubblica. Ma senza mettere il carro davanti ai buoi, a tempo debito la domanda andrà fatta a Draghi. Ora sarebbe una mancanza di rispetto sia nei suoi confronti che nei confronti del capo dello Stato. Ora abbiamo con Draghi dei macigni da spostare».

«Governo? Noi ci siamo fino alla fine»

«Con tutta la stima per il Financial Times, noi stiamo facendo una scelta d'amore per l'Italia. Abbiamo 200 miliardi che dovranno restituire i nostri figli, ci sono gli italiani che hanno preoccupazioni per la salute, ci sono le pensioni da difendere, c'è la riforma fiscale, quindi sono dentro al governo non da turista o da passeggero. Fino alla fine noi ci siamo a prescindere da quello che dicono alcuni opinionisti stranieri che in passato non ci hanno mai azzeccato». Questo il commento del leader del Carroccio ad un articolo del quotidiano inglese secondo cui se nei sondaggi FdI superasse la Lega, questa lascerebbe l'esecutivo.

Salvini ha poi ribadito: «Cambierà qualcosa col semestre bianco? Per la Lega no, nel senso che il nostro atteggiamento serio e costruttivo rimane. Magari qualche altra forza politica sarà più effervescente».

«Domenica è la Festa della mamma, non di genitore 1 o 2»

«Domenica è la Festa della mamma, non del genitore 1 o del genitore 2. Sulla carta d'identità elettronica hanno reintrodotto il concetto di genitore 1 e genitore 2 perchè secondo qualcuno mamma e papà sono discriminatori come termini. Ecco, io non voglio mettere in mano a un giudice il fatto che la mamma sia la mamma e il papà sia il papà. Se si vogliono tirare di mezzo i bambini e teorie gender non ci stiamo».

Tajani a Salvini: «Draghi al Colle? Prematuro parlarne»

Il leader della Lega Matteo Salvini ha parlato ieri di una possibile candidatura del presidente del Consiglio Mario Draghi alla presidenza della Repubblica. Antonio Tajani, numero 2 di Forza Italia, gli risponde oggi dalle colonne del Giornale: «In questo momento - osserva in una intervista - mi sembra prematuro parlare di candidature. Ci sono questioni ben più urgenti da affrontare».

A giudizio dell'esponente azzurro «il governo Draghi sta lavorando bene e sul tavolo ci sono questioni che hanno bisogno della totale e piena concentrazione di tutti. D'altronde non si sono mai rimandate le elezioni del presidente della Repubblica. Oggi parlare di questo argomento significherebbe, però, non accorgersi dell'urgenza e della gravità dei problemi da risolvere».

«Ci dedichiamo e ci dedicheremo a far uscire il Paese dall'emergenza sanitaria e da quella economica. Dopo ci sarà tutto il tempo per discutere su candidature per il Quirinale. Parlarne ora sarebbe irrispettoso e fuori luogo», ha aggiunto Tajani.