19 marzo 2024
Aggiornato 06:00
L'intervista

Chiorino: «Il Governo le sbaglia tutte. E noi Regioni dobbiamo rimediare»

Mentre il Governo Conte se la prende con la movida, le Regioni chiedono a Roma linee guida chiare per la ripartenza. Al DiariodelWeb.it l'assessore piemontese Elena Chiorino

Elena Chiorino, Assessore al Lavoro e all'Istruzione della Giunta Piemontese
Elena Chiorino, Assessore al Lavoro e all'Istruzione della Giunta Piemontese Foto: ANSA

L'ultimo capro espiatorio, in questa Italia che tenta faticosamente di ripartire, si chiama movida. Nel primo weekend in cui i locali hanno potuto riaprire a norma di legge, i giovani sono finiti nel mirino per esserci andati, provocando gli ormai famigerati «assembramenti». Troppo facile, però, accusare i cittadini: dai territori, semmai, la responsabilità viene rimpallata sul governo, colpevole di avere espresso poche idee e tutte ben confuse. Le prime ad invocare direttive chiare e precise sono le Regioni di tutto lo Stivale, che continuano a battere i pugni sul tavolo contro Roma, in uno scontro istituzionale che di giorno in giorno cresce di tono. Su questo punto il DiariodelWeb.it ha raccolto una voce che viene proprio da una di esse, il Piemonte, interpellando l'assessore al Lavoro e all'Istruzione della Giunta Cirio, l'esponente di Fratelli d'Italia Elena Chiorino.

Assessore Elena Chiorino, in tutta Italia è finita sotto accusa la movida. Anche voi in Piemonte siete preoccupati per il comportamento dei giovani?
Guardi, io penso che i nostri ragazzi abbiano fatto nei mesi scorsi un sacrificio enorme. Non me la sento di puntare il dito contro di loro: anzi, comprendo bene il loro desiderio di libertà, che del resto condividiamo tutti in questo momento.

Del resto se il governo, pur con le necessarie misure precauzionali, riapre i bar, i ristoranti e le piazze, poi non può buttare la croce addosso a chi ci va.
Assolutamente. Ma bisogna usare ancora un po' di prudenza, sensibilizzare ciascuno rispetto alle sue responsabilità. Il problema ha riguardato soprattutto gli orari della tarda serata e della prima nottata. Quindi, semmai, l'appello è a ricominciare ad uscire, ma in modo più graduale. Certo, se la situazione si dovesse ripetere, valuteremmo di accorciare gli orari dei locali.

Sono misure che state concretamente valutando di introdurre?
Per ora stiamo attendendo di leggere i dati effettivi dei monitoraggi di questo weekend. La linea che vogliamo tenere è quella della ripartenza e della riapertura. Per quanto ci è possibile, rimanendo all'interno delle imposizioni del governo, intendiamo restituire tutti i diritti ai nostri cittadini. Dopodiché la politica ha il ruolo di assumersi responsabilità e prendere decisioni.

Questi assistenti civici annunciati dal ministro Boccia possono rappresentare una soluzione?
Mi passi una battuta: siamo passati dallo Stato di diritto allo stato confusionale. Mi riferisco anche alla proposta del Pd di assumere diecimila ispettori del lavoro: se andrà avanti così, avranno solo il compito di controllare che le serrande dei nostri negozi e delle nostre imprese siano ben abbassate. Non è questo il supporto al Paese che intendiamo noi di Fratelli d'Italia.

Oggi è uscita la lettera inviata venerdì scorso al governo dalle Regioni, che chiedono nuove linee guida per la libera circolazione e per la riapertura di cinema, teatri e servizi per l'infanzia.
Dice bene: inviata dalle Regioni. Tutte insieme, di centrodestra e di centrosinistra, a prescindere dal colore politico. È evidente che il governo stia facendo tutto quello che non va fatto, e che le Regioni debbano intervenire a supporto, con linee guida di buon senso. I protocolli proposti finora alle imprese e ai commercianti non mettevano nelle condizioni di lavorare, sono scritti da persone che non hanno un'idea del lavoro.

Ad esempio?
Ad esempio quello uscito alla domenica sera per indicare alle estetiste o ai parrucchieri come avrebbero dovuto riaprire la mattina dopo. O quello ancor più inaccettabile, tuttora da sanare, sulla responsabilità in capo ai datori di lavoro nel caso in cui un loro lavoratore si ammali di Covid. Ma chi dimostra che non si sia ammalato sui mezzi pubblici, al supermercato, in un locale? Le imprese, semmai, devono rispettare tutte le prescrizioni, che peraltro non sono per nulla chiare. Si dice che il datore di lavoro «potrà» misurare la febbre, o si parla di «sanificazione periodica», ma senza specificare i dettagli. L'ennesima confusione all'italiana.

Ma così non si sta innescando un braccio di ferro istituzionale tra governo e Regioni?
Il braccio di ferro vero è tra chi osserva la realtà quotidiana sui territori e chi vive su Marte.

E la realtà quotidiana del territorio piemontese, ad oggi, qual è?
A livello sanitario i contagi sono in calo: noi restiamo prudenti, ma per fortuna i dati non sono per nulla allarmanti e i cittadini in generale si stanno comportando adeguatamente. La vera emergenza è quella economica e sociale. Nessuno sta ricevendo gli aiuti promessi dal governo; le aziende non hanno visto i soldi stanziati per loro; nel turismo, dei quattro miliardi promessi, facendo i conti, ce n'è poco più di uno. Più che decreto Rilancio, io lo chiamerei mostro burocratico.

E il tema delle scuole è stato completamente dimenticato.
Un problema enorme: il governo non ha minimamente pensato a come le famiglie avrebbero potuto gestire i loro bambini. Ad oggi, i servizi educativi e i centri estivi sono chiusi ovunque. Questo tema tanto caro al centrosinistra è sparito dai radar: agli italiani si è soltanto detto di arrangiarsi. Noi non abbiamo un ministro dell'Istruzione, ma della distruzione. Se vuole lo scriva pure, perché l'ho già detto anche alla diretta interessata.

Peraltro il ministro Azzolina è una sua conterranea, quindi la conoscerà bene.
Eccome. Quando, due mesi fa, ha dichiarato: «Tranquilli, tutti promossi» ha fatto un danno irreparabile ai ragazzi e ha svilito i docenti impegnati a tenere gli alunni per ore davanti ad un computer. Poi siamo passati a «L'allenatore nel pallone»: il 50% dei ragazzi vanno a scuola, gli altri no, poi si incroceranno. Quando guardavamo Lino Banfi ridevamo tutti, ma questo è un dramma per il Paese. Questo governo umilia tutti i santi giorni gli italiani e l'Italia.

In questi giorni ci sono state molte polemiche sul prestito concesso ad Fca: come è stato accolto nell'epicentro di Torino?
Sul nostro territorio l'indotto di Fca è importante. Io vorrei che il governo specificasse meglio le condizioni, chiarisse i destinatari e facesse in modo che questi soldi restassero in Italia.