29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
La «confessione»

Il boss Giuseppe Graviano: «Vidi Berlusconi almeno tre volte da latitante»

Il boss mafioso al processo sulla 'ndrangheta: «Investiti venti miliardi di lire con il 20%». La replica di Ghedini: «Parole prive di fondamento». Fava: «L'obiettivo di Graviano non è Berlusconi»

Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi Foto: ANSA

REGGIO CALABRIA - Il boss di Cosa Nostra Giuseppe Graviano avrebbe avuto più di una volta incontri con Silvio Berlusconi che prima di scendere in politica lo avrebbe contattato per aiuti. Lo ha dichiarato lo stesso Graviano in videoconferenza con l'aula bunker di Reggio Calabria rispondendo alle domande del pm Giuseppe Lombardo nel processo che lo vede imputato. «Ho incontrato tre volte a Milano Silvio Berlusconi mentre ero latitante», ha detto. Il primo incontro sarebbe avvenuto per il tramite del nonno materno di Graviano che avrebbe voluto investire soldi in edilizia al nord e che per questo avrebbe contattato Berlusconi.

Ghedini: «Parole su Berlusconi prive di fondamento»

«Le dichiarazioni rese quest'oggi da Giuseppe Graviano sono totalmente e platealmente destituite di ogni fondamento, sconnesse dalla realtà nonchè palesemente diffamatorie». Lo afferma Niccolò Ghedini, legale di Silvio Berlusconi, replicando a quanto dichiarato dal boss Graviano, nel corso della sua deposizione in videoconferenza al processo 'Ndrangheta stragista in corso a Reggio Calabria.

«Si osservi - sottolinea Ghedini - che Graviano nega ogni sua responsabilità pur a fronte di molteplici sentenze passate in giudicato che lo hanno condannato a plurimi ergastoli per gravissimi delitti. Dopo 26 anni ininterrotti di carcerazione, improvvisamente il signor Graviano rende dichiarazioni chiaramente finalizzate ad ottenere benefici processuali o carcerari inventando incontri, cifre ed episodi inverosimili ed inveritieri. Si comprende, fra l'altro, perfettamente l'astio profondo nei confronti del presidente Berlusconi per tutte le leggi promulgate dai suoi governi proprio contro la mafia.Ovviamente saranno esperite tutte le azioni del caso avanti l'autorità giudiziaria».

Fava: «L'obiettivo di Graviano non è Berlusconi»

II presidente della Commissione Antimafia dell'Ars, Claudio Fava, intervistato dall'Huffington Post: «Non mi fido delle sue presunte verità centellinate. Dica perché parla adesso. Si rivolge ai suoi compari in carcere, allo Stato, a pezzi deviati delle Istituzioni? Secondo me sono messaggi in codice. Lanciati non sappiamo a chi. Graviano sta giocando la sua partita, in modo subdolo e opaco. Poi, chiaramente, può darsi che le cose che sta dicendo siano vere. Ma le forme e i tempi con cui vengono raccontate, per step, mi fanno dire: ‘io non ho alcuna fiducia nel fatto che questo signore abbia buone intenzioni, o buona fede’. Penso, però, che il messaggio che sta lanciando con le sue dichiarazioni non sia rivolto a Berlusconi. I destinatari di queste affermazioni sono altri. Il suo è comunque un linguaggio sgradevole, per le forme in cui arriva. Per le allusioni cui si aggrappa».