28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Il caso

Russiagate, Massimo D'Alema «non vede il giallo»: normale collaborazione tra alleati

L'ex Premier: «Non ho dubbi che interlocuzione governo USA-Servizi sia stata corretta». E sulla Siria: «Erdogan bombarda i nostri valori non solo i curdi»

L'ex Presidente del Consiglio, Massimo D'Alema
L'ex Presidente del Consiglio, Massimo D'Alema Foto: ANSA

ROMA - «Non vedo il giallo. Se il governo di un Paese alleato chiede di poter incontrare i capi dei Servizi italiani, è giusto che lo possa fare. Chi poteva opporre un diniego? Parliamo del nostro principale alleato...Non ho alcun dubbio che l'interlocuzione si sia mantenuta sul terreno della correttezza e del rispetto delle nostre prerogative». Così Massimo D'Alema, in un'intervista a La Stampa, risponde a proposito del cosiddetto Russiagate che coinvolge il presidente del Consiglio. E a chi gli chiede se Conte si sia comportato correttamente l'ex premier ed ex ministro degli Esteri risponde: «Sinceramente mi sembra si sia fatta una gran confusione attorno a un episodio che rientra nella normale collaborazione fra Paesi alleati».

D'Alema: «Erdogan bombarda i nostri valori non solo i curdi»

«In Siria è in gioco l'autorevolezza delle grandi democrazie e del mondo occidentale. E purtroppo non si può contare sugli americani, che sono nelle mani di una leadership il cui grado di credibilità ormai è vicino allo zero. Questo accresce la responsabilità degli europei». Da ex presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Massimo D'Alema è stato sempre molto attento al Medio Oriente. E ora nell'intervista confessa la sua «vergogna» per come gli occidentali stanno abbandonando al massacro i curdi siriani. «Sono stati loro in prima linea contro l'Isis, hanno quindi difeso noi, la nostra sicurezza. Ma rappresentano anche un'esperienza singolare di democrazia, di tolleranza, di eguaglianza tra uomini e donne. Quello che Erdogan vuole cancellare è ciò che di più simile ai nostri valori esiste in quella parte del mondo - sottolinea -. Erdogan sta bombardando i nostri valori, non solo i curdi».

«Non si può giocare con le parole»

«I terroristi sono quelli dell'Isis che la Turchia ha tollerato e di fatto aiutato. Non si può giocare con le parole. I curdi sono quelli che i terroristi li hanno sconfitti sul campo e sono tanto civili che, invece di passarli subito per le armi, li hanno messi in prigione. E hanno chiesto che si potesse organizzare un processo internazionale - spiega l'ex ministro degli Esteri -. Il popolo curdo vive in una grande area dentro i confini di quattro Paesi. Il primo obiettivo di questa operazione 'imperiale'» da parte di Erdogan «è rompere l'unità di questa grande area geografica e spingere i curdi, attraverso una pulizia etnica, ad abbandonare la loro terra. Quindi Erdogan punta a ripopolare il Nord-Est della Siria con i rifugiati siriani arabo-sunniti. Parliamo di una migrazione di milioni di persone. Quella in corso non è solo una battaglia: dobbiamo avere chiare le possibili gravi conseguenze, anche per l'Europa, di quello che stanno facendo i turchi. E se non li fermiamo, poi non stupiamoci se arriveranno da noi centinaia di migliaia di rifugiati».

«Ora bisogna passare all'azione»

Secondo D'Alema «l'Europa, il governo italiano e tutte le forze politiche hanno fatto importanti dichiarazioni, ora bisogna passare anche all'azione. L'Europa avrebbe i mezzi politici ed economici per intervenire. Anzitutto chiedendo alle Nazioni Unite una presa di posizione molto forte, oltre alla disponibilità a dispiegare una forza internazionale lungo quel confine». Erdogan ci minaccia con i milioni di profughi che potrebbe lasciar entrare in Europa? «Non mi lascerei minacciare, avremmo possibilità di ritorsioni economiche piuttosto pesanti. L'Europa non può sottovalutare così la sua forza», conclude.