Sea Watch e Sea Eye, l'appello della UE ai membri: fate sbarcare subito i migranti
«Gli Stati devono ora mostrare solidarietà concreta e le persone a bordo devono essere sbarcate in sicurezza e senza ulteriore ritardo» dice Bruxelles
BRUXELLES - Sulla sorte dei migranti a bordo della Sea Watch e della Sea Eye «proseguiamo i contatti intensi con gli Stati membri». Ieri nella riunione degli ambasciatori dei 28 ci sono state «discussioni costruttive», la posizione della Commissione, già espressa, resta che «gli Stati devono ora mostrare solidarietà concreta e le persone a bordo devono essere sbarcate in sicurezza e senza ulteriore ritardo»: così il portavoce del presidente della Commissione Ue. «Alcuni Stati hanno espresso la volontà di contribuire a questo sforzo comune e ora continuano i contatti». L'Unione europea dunque continua a lavorare per cercare una soluzione condivisa.
Dieci Paesi pronti ad accogliere, ma...
Ieri sera l'annuncio che una decina di paesi, tra cui anche l'Italia e la Germania, erano pronte ad ospitare alcuni dei 49 migranti bloccati da giorni al largo di Malta sulle navi Sea Watch e Sea Eye, ma solo se La Valletta avesse aperto i porti. Ma il governo maltese ha rilanciato chiedendo di ricollocare anche i 249 migranti salvati nei giorni scorsi. E la questione 'nave' non è all'ordine del giorno del consiglio Affari europei come ha precisato il ministro degli esteri Enzo Moavero Milanese: «Può darsi che venga evocata, ma non è detto che se ne debba discutere».
Salvini: «Con scafisti e trafficanti nessuna complicità»
Intanto Matteo Salvini ribadisce la linea dura: «Con gli scafisti e i trafficanti nessuna complicità» e sottolinea che sta lavorando «per diminuire ancora gli sbarchi, agevolare gli arrivi via aereo di chi scappa davvero dalla guerra con i corridoi umanitari e moltiplicare le espulsioni». Secondo i dati del ministero dal 1 gennaio ad oggi nessun migrante è sbarcato in Italia mentre nello stesso periodo dell'anno scorso sono stati 453.
Migranti sono tornati a mangiare
Dalla nave arrivano intanto nuove notizie sulle condizioni di salute dei migranti. «Per il diciottesimo giorno siamo ostaggio in mare dei governi europei. La situazione è tesa ma almeno tutti mangiano di nuovo»: è l'ultimo messaggio giunto via Twitter dalla Sea Watch questa mattina, riferito ai 49 migranti soccorsi da due navi, la Sea Watch 3 e la Sea Eye, da 18 giorni in attesa di un permesso di sbarco in un porto europeo del Mediterraneo. Alcuni migranti avevano cominciato ieri a rifiutare il cibo, esasperati dalle condizioni a bordo, ma oggi hanno ricominciato a mangiare. Intanto i media internazionali si sono raccolti negli uffici di Sea Watch a Berlino dove è in corso una conferenza stampa.
Sea Watch: «Aprite i porti»
Dalla Sea Watch3 arriva un altro appello: «I naufraghi hanno bisogno ora di un porto sicuro. Siamo nel corso di una missione di salvataggio che non vede la fine - scrive Sea Watch su Twitter -. Un soccorso si può considerare concluso solo quando le persone tratte in salvo vengono portate in un porto sicuro, a terra. I naufraghi ne hanno bisogno ora!». «Aprite i porti», conclude la Ong.
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