29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
La grande fuga da Maranello

Sebastian Vettel e Maurizio Arrivabene pronti a mollare la Ferrari

Il pilota affida agli avvocati la ricerca di un cavillo per svincolarsi dal suo contratto con la Rossa e passare alla Mercedes. Il team principal l'accordo per l'uscita l'ha invece già quasi trovato, in cambio di una liquidazione milionaria

Sebastian Vettel
Sebastian Vettel Foto: Ferrari

ROMA – Restare in una Ferrari ormai in crisi nera o passare alla Mercedes, la squadra che ogni pilota di Formula 1 sogna, quella che da tre anni consecutivi domina incontrastata il Mondiale? Messo così, il dilemma di Sebastian Vettel non sembra poi così difficile da sciogliere. Non è un segreto, infatti, che questa stagione da dimenticare abbia incrinato, in modo forse irrimediabile, i suoi rapporti con Maranello. E nemmeno che il quattro volte iridato sia in cima alla lista dei potenziali sostituti del prepensionato Nico Rosberg: non fosse altro per il suo passaporto tedesco, che permetterebbe alla casa di Stoccarda di ricostruire l'accoppiata vincente tutta germanica che tanto li ha fatti godere in questo 2016. Ma, come è ovvio, c'è anche un ostacolo che, sulla carta, impedirebbe alle Frecce d'argento di fregare il pezzo pregiato della Scuderia: il contratto che lega Seb alla Rossa per altri dodici mesi.

Azzeccagarbugli
Attenzione, però, a pensare che la questione sia chiusa a priori: come insegna la storia della F1, spesso i patti già siglati si possono aggirare, e le carte bollate sono solo un'opinione. Basta avere dalla propria parte un buon gruppo di avvocati che si occupi della questione: proprio quello che, secondo quanto rivela il quotidiano La Repubblica, Vettel avrebbe già incaricato di passare al microscopio ogni riga, ogni frase dell'accordo scritto, in cerca di un cavillo a cui appigliarsi. E, in effetti, una clausola che sembra scritta apposta per permettergli di svincolarsi ci sarebbe: quella che obbligava la Ferrari a garantire standard di sviluppo della vettura e di organizzazione interna almeno alla pari con quelli del suo precedente team, la Red Bull, e a consultare il pilota per ogni ingaggio o licenziamento di tecnici. I legali del teutonico sono convinti che il Cavallino rampante non abbia rispettato questi due punti messi nero su bianco. E che questa inadempienza possa rappresentare la via d'uscita perfetta per il 29enne di Heppenheim. Del resto, anche a Maranello non converrebbe più di tanto blindare in squadra un pilota ormai demotivato e intenzionato ad andarsene: meglio giocarsi al rialzo la trattativa con la Mercedes, cedendolo sì, ma a caro prezzo.

Arrivabene... parte
E sempre più vicino all'addio alla Ferrari sarebbe anche il team principal Maurizio Arrivabene. In questo caso, però, non è lui a volersene andare, ma l'azienda a volerlo cacciare, visti i fallimentari risultati ottenuti sotto la sua direzione. Secondo il ben informato sito Dagospia, anche sul suo contratto si è aperta una trattativa, che riguarda l'entità della sua ricca liquidazione. Arrivabene e i suoi avvocati spingerebbero sul fatto che il manager ha portato alla Rossa sponsorizzazioni milionarie, e il presidente Sergio Marchionne avrebbe dunque accettato di alzare la buonuscita a ben dieci milioni di euro. Tutto, pur di voltare pagina rispetto alla disastrosa stagione 2016 e affidare la Scuderia a un nuovo boss, che sarebbe un altro italiano ma stavolta scelto all'interno del team (forse proprio l'attuale direttore tecnico Mattia Binotto). Dal gruppo Fca le bocche sono rigorosamente cucite, ma non servono dichiarazioni ufficiali per capire quanto Marchionne non abbia gradito la gestione del bresciano per quanto riguarda i rapporti interni tra ingegneri e piloti. Che sono stati talmente compromessi da convincere perfino Sebastian Vettel ad abbandonare al più presto la nave.