Dopo 250 anni di attesa la pizza diventa patrimonio dell'umanità dell'Unesco
Dopo 250 anni di attesa la pizza diventa ufficialmente patrimonio dell'umanità dell'Unesco
NAPOLI - A Napoli e in Italia nessuno aveva dubbi che fare una buona pizza sia una vera e propria arte gastronomica: ma ora è arrivato anche l'imprimatur dell'Unesco, l'agenzia culturale dell'Onu, a sancire che "l'Arte del pizzaiolo napoletano" è patrimonio immateriale dell'umanità, in una lista che comprende tradizioni culturali delle più svariate, dal flamenco spagnolo al batik indonesiano. Enzo Coccia, famoso maestro pizzaiolo, ha festeggiato così assieme a clienti e curiosi che hanno atteso fino a notte fonda il verdetto del World Heritage Committee dell'Unesco riunito sull'isola di Jeju, in Corea del Sud. "Dopo 250' anni di attesa la pizza è patrimonio dell'umanità, patrimonio immateriale: auguri, auguri a Napoli! Questo è cibo di strada, questa è la nostra storia, questa è la bellezza di Napoli che va nel mondo".
Uno dei piatti più copiati
Un'iscrizione, quella della pizza, che in qualche modo la ricompensa anche del fatto di essere - nel suo irresistibile e ormai antico successo internazionale - uno dei piatti più copiati e alterati in tutto il mondo a seconda dei gusti locali. "Fa parte della tradizione napoletana da molto tempo e sarebbe bello portarla in tutto il mondo e far capire a tutti quanti quanto sia importante soprattutto per noi napoletani questa delizia, questa pizza che è fantastica!». "È una cosa importantissima per Napoli, perché questa è una città bellissima e la pizza credo che sia un punto fondamentale, per questo ho deciso di festeggiare la mia laurea qui, mangiando una bellissima e buonissima pizza!"
Anche De Blasio tra i sostenitori
In Corea del Sud, a gioire del successo, c'erano il presidente della Fondazione UniVerde, Alfonso Pecoraro Scanio e l'ambasciatrice Vincenza Lomonaco, rappresentante permanente dell'Italia presso l'Unesco. Tra i sostenitori dell'iniziativa anche il sindaco di New York Bill de Blasio, amico personale di Gino Sorbillo, uno dei più famosi e rinomati pizzaioli napoletani.
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